Il patrimonio dell’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, sarà setacciato dagli investigatori del Gico della Guardia di Finanza, specializzato nella ricostruzione di patrimoni occulti. L’ordine è partito dalla Procura. A coordinare le indagini, il procuratore aggiunto, Bernardo Petralia (ex procuratore capo di Sciacca).
Lo speciale servizio dellla Guardia di Finanza è quello di passare al setaccio i beni di Totò Cuffaro, intestati a lui, ai suoi familiari, o a persone a lui riconducibili, alfine di capire se vi sia una sperequazione tra la sua capacità legittima di reddito e il patrimonio effettivamente accumulato.
L’azione mandata avanti dalla Procura parte dal presupposto della “pericolosità sociale” di Cuffaro, sancita dalla Cassazione. La Suprema Corte ha di recente respinto la richiesta di Cuffaro di scontare il resto della pena ai servizi sociali.
Cuffaro ha un vasto patrimonio che va dall’azienda dei trasporti con pullman all’azienda agricola a Piazza Armerina, dagli alberghi a Palermo, Selinunte e Pantelleria agli interessi nel settore vtivinicolo.
Agli atti delle indagini anche alcune testimonianze rese da Francesco Campanella, ex consulente di Totò Cuffaro, poi diventato collaboratore di giustizia.
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