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IL MERCATO IMMOBILIARE A SCIACCA

Perde terreno San Marco, maggiore interesse per Sovareto e Isabella

Non è più florido come una volta il mercato immobiliare estivo nella seconda città turistica della provincia. Una indagine condotta in città sullo stato della compravendita e della locazione di immobili, fa emergere che il mercato è in una fase di stallo e che la crisi sta penalizzando soprattutto le case estive, non più ambite come fino ad un paio di anni fa. Ma tutto ciò non ha fatto diminuire i prezzi.

Il mercato immobiliare saccense evidenzia come sia bruscamente rallentata la tendenza a privilegiare acquisto di immobili nel quartiere periferico di San Marco, mentre crescono Perriera e Sovareto-Isabella. Quest’ultimo quartiere, forte del varo di un piano particolareggiato che stenta però a decollare, è una delle zone preferite da chi vuole acquistare una nuova casa. I prezzi vanno dai 2 mila euro a metro quadrato di Sovareto, Isabella e Centro storico, ai 2.500 di San Marco. Il quartiere ad ovest del centro abitato, formato in gran parte di villette, resta il più caro, ma sta avendo un calo di interesse e ci sono parecchi immobili, realizzati con i numerosi piani di lottizzazione approvati negli ultimi 10 anni, che sono ad oggi invenduti. Il motivo è forse collegato ai prezzi, che sono ancora abbastanza alti rispetto ad altre zone della città, ma a rallentare il mercato c’è probabilmente anche una viabilità che non ha subito modifiche nonostante il notevole incremento della popolazione residente.

C’è un incremento della domanda per gli affitti: mete preferite il quartiere Perriera e il centro storico. Il prezzo medio per un appartamento di 100 metri quadrati è di 400 euro, in linea con gli anni scorsi. Poi c’è la già menzionata crisi delle case in affitto: la città termale era meta ambita a partire da giugno e fino a settembre, oggi i vacanzieri affittano un mono o bilocale soprattutto nei mesi di luglio ed agosto. Niente picchi, quindi, è una fase storica in cui il mercato immobiliare risente della crisi e della incertezza globale. Dalle agenzie sostengono che la crisi ha fatto scaturire una fase di attesa: una compravendita si chiudeva prima in un mese, ora devono passare quattro mesi. Le richieste da parte di chi vende continuano a rimanere alte, mentre gli istituti di credito sono meno propensi a fornire liquidità, sono cioè più esigenti rispetto a prima. Fase di prudenza, quindi, con i prezzi medi che rimangono però immutati, sia per la vendita che per la locazione. Un periodo di assestamento che rende comunque ottimisti gli operatori economici del settore.

Redazione Corriere

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