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” I VERI EROI SIAMO NOI DELL’EQUIPAGGIO DELLA CONCORDIA”

Il nostromo saccense Vincenzo Sclafani lo ribadisce in un’intervista esclusiva rilasciata a Tele Radio Sciacca: “Abbiamo tratto in salvo in un’ora 4100 persone”

Toccanti parole quelle dell’intervista in esclusiva rilasciata dal nostromo della Concordia, Vincenzo Sclafani, a Tele Radio Sciacca. Il nostromo ha raccontato le vicessitudini del naufragio della motonave Costa Concordia. Non ha nascosto l’imprudenza del comandante Schettino nell’avvicinarsi più del solito alla costa. E’ stato lui, su disposizioni del comandante in seconda, a manovrare le operazioni per gettare le ancore.

“Ci sono troppe falsità in giro- ha detto nell’intervista-, la verità è che siamo noi gli eroi perchè abbiamo salvato 4100 persone in un’ora”. E poi ancora: “Io ho visto il comandante a bordo, stava andando a poppa e mi ha chiesto su quale canale comunicavamo. Io gli ho detto il canale 1”.

Sclafani è stato chiaro sulla assurdità della scelta del Comandante di avvicinarsi troppo alla costa. “Ha fatto un errore grande ad avvicinarsi troppo. Le altre volte siamo passati ad una distanza di sicurezza. Non so perchè l’ha fatto. Doveva fare come ha fatto sempre. Ci avvicinavamo una decina di minuti per fare l’inchino all’isola, ma in sicurezza. Stavolta è passato molto più vicino delle altre volte”.

E difende il Comandante: “Se avesse fatto abbondonare la nave subito dopo l’urto allo scoglio sarebbe stata una tragedia. I fondali erano più alti di dove poi si è arenata la nave. Se i passeggeri si fossero gettati in mare dopo l’urto ci sarebbero stati tantissimi annegamenti. Il Comandante ha indovinato la manovra di inversione di rotta per portare la nave su fondali bassi”.

“Anche noi dell’equipaggio siamo stati eroi, come i soccorritori, ma questo non viene mai detto per noi, dimenticando che in poco tempo abbiamo salvato 4100 persone”.

Il nostromo saccense a bordo della Concordia è stato intervistato nella sua casa di Sciacca, in compagnia della moglie. E’ molto provato, si vede palesemente e, almeno per adesso, non intende ritornare presto a lavorare a bordo. Non c’è dubbio che a bordo di quel gigante del mare si sono vissuti incubi. Anzichè relax, divertimento, spensieratezza, equipaggio e crocieristi hanno vissuto un’esperienza che li segnerà per sempre. Altri hanno perso la vita. Il tutto per una decisione insensata di uno che avrebbe dovuto conoscere bene la prima regola di chi sta in mare: rispettare il mare. Ogni minimo errore si paga. Il mare non perdona nulla. E quando l’errore è frutto di una bravata, il senso di rabbia salke vertiginosamente.

 

Nella foto il nostromo Vincenzo Sclafani.

In basso la prua della Concordia in un momento di attracco al porto di Tunisi. (Foto F.Cardinale -settembre 2010)

 

Redazione Corriere

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