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I PENTITI CONFERMANO LE ACCUSE AD ANTONELLO ANTINORO.

I collaboratori di giustizia Manuel Pasta e Michele Visita hanno confermato dinanzi la terza sezione del Tribunale di Palermo, presieduta da Fabrizio La Cascia, i presunti accordi tra mafia e politica per le elezioni regionali in Sicilia della primavera del 2008. Vicenda dalla quale è scaturito il processo ad Antonello Antinoro, eurodeputato ed ex assessore regionale dell’Udc ora con il Pid (Popolari di Italia domani), accusato di voto di scambio. L’audizione dei collaboratori di giustizia si è svolta al palazzo di giustizia di Roma.

 Michele Visita ha raccontato di aver partecipato a riunioni a scopo elettorale a casa di un medico, Domenico Galati, dove sarebbe stato presente anche Antinoro. Proprio in quella casa si sarebbe stipulato l’accordo con i mafiosi e poi, in un incontro successivo, lo scambio della mazzetta per ottenere voti. Per Antinoro, che non ha mai negato di aver incontrato Visita, il pagamento era frutto di servizi i di ”attacchinaggio” durante la campagna elettorale. Anche Manuel Pasta ha ribadito quanto già messo a verbale nel processo Eos, operazione nella quale è stato coinvolto Antinoro e che ha portato in carcere decine di estortori ed esponenti dei clan di Palermo. Secondo Pasta, Antonello Antinoro avrebbe comprato sessanta voti per tremila euro.

Il processo è stato rinviato al 7 aprile per sentire Domenico Galati. Il collaboratore Manuel Pasta ha sottolineato di ”non conoscere direttamente Antinoro” ma di sapere che la moglie di Salvo Genova aveva ricevuto dei soldi, che provenivano dal deputato, durante la campagna elettorale. Il collaboratore non avrebbe però parlato, come invece scritto in precendenza, di un quantitativo di denaro ricevuto da Antinoro per un preciso numero di voti.

(fonte Ansa)

E la replica di Antonello Antinoro , non si fa attendere: “Sono dell’avviso, per mia formazione  che i processi non vadano fatti sui giornali, ma nelle sedi opportune. Ad ogni modo ritengo doveroso sottolineare che, come scritto anche dalle agenzie di stampa, non ho mai conosciuto Manuel Pasta, né ho intrattenuto rapporti con lui. I processi – ha concluso l’eurodeputato – vanno guardati nella loro interezza. Loro hanno dato la loro versione dei fatti. Ma la mia difesa non è ancora iniziata”.

Redazione Corriere

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