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I DIVERSAMENTE ALFANIANI

Potenzialmente sono 13, ma in aula consiliare preferiscono diversificarsi

Editoriale di Filippo Cardinale

All’inizio fu diversamente berlusconiano. Il Pdl scricchiolò con la nota frase di Angelino Alfano che iniziava la sua navigazione da delfino ormai maturo staccandosi da Silvio.

Poi venne il molto diversamente berlusconiano, tanto da formare una nuova realtà politica, il Nuovo Centro Destra. Capì che fu cosa buona e giusta. Molti diversamente berlusconiani capirono che era cosa buona e giusta e seguirono il delfino Angelino.

Da Bolzano a Lampedusa, Linosa compresa. Fu un nuovo firmamento. Stelle vecchie diventarono nuove, stelle in fase di esplosione iniziarono a brillare come nuove.

Angelino guardò e si  compiacque. Da Bolzano a Lampedusa, Linosa compresa, fu un crescendo del Nuovo Centro Destra. Ma, nel nuovo Eden, Angelino capì che c’era qualcosa di strano. L’albero di Sciacca.

E così, in aula consiliare, i potenzialmente diversi berlusconiani, man mano diventarono anche diversamente alfaniani.

Nacque il gruppo del Nuovo Centro Destra. Ma fu cosa limitata a 5: Dimino, Emmi, Alonge, Milioti, Alba. Tutto qui. Ma, siccome Sciacca è Sciacca, si concretizzò la teoria dei diversamente alfaniani.

Tra questo nuovo firmamento, Sciacca al Centro con Monteleone, Graffeo e Pisano. Leader è il sindaco Fabrizio Di Paola, papà della lista civica. Sciacca al Centro non se la sente di chiudere l’esperienza civica e preferisce essere diversamente alfaniana.

Ma siccome Sciacca è il paese dell’invidia, ecco subito l’imitazione. Anche noi siamo diversamente alfaniani, e così Progetto Sciacca si adegua. Bono, Falautano, Lombardo e Bentivegna, non hanno aderito anima e cuore al Nuovo Centro Destra, ma sono alfaniani diversamente, preferendo lasciare in vita la lista civica.

Chi è diversamente schierato è Antonio Casciaro. Non ha aderito al Nuovo Centro Destra, non ha aderito a Forza Italia. Fino ad oggi, ha semplicemente prenotato un posto in un convento. Non per vocazione, ma per riflettere. Dove vado? E’ il punto di domanda che domina nella mente di Antonio. Mandami un segnale, prega incessantemente. Ma il segnale non arriva. L’assenza di campo persiste.

Il gioco delle diversificazioni sarà protratto. Sulla bilancia dei pesi del potere e delle distribuzioni è efficace. Se non altro, la diversificazione serve a constatare. Cosa? I sondaggi sono belli fino a urne chiuse. Poi, dopo lo spoglio, spesso lasciano l’amaro in bocca. Essere “diversamente” oggi è di moda. Sono tante le combinazioni. Ad esempio, oggi si può essere tranquillamente diversamente coerente. E’ la stessa cosa di essere instabile, ma è elegante il termine.

Oggi, la politica si muove talmente velocemente che è difficile rimanere fermi. E allora, ecco che è conveniente essere diversamente mobili.

Redazione Corriere

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