Dopo circa trent’anni di servizio presso il Ministero della Pubblica istruzione e dopo avere contribuito a portare in alto i valori della cucina italiana e delle eccellenze siciliane nel mondo, lascia la cattedra e cambia vita, trasferendosi armi e bagagli a migliaia di chilometri di distanza. Lorenzo Guardino, 53 anni, apprezzato chef e docente presso l’istituto alberghiero di Sciacca, quattro anni fa ha deciso di arricchire la sua esperienza trasferendosi a Mosca alle dipendenze di un gruppo che nella città russa gestisce ben sedici ristoranti, dove è inoltre consulente dell’Accademia del gusto italiana” di Mosca.
Guardino oggi è un vero ambasciatore delle eccellenze italiane nel mondo e si prepara a proseguire la sua permanenza a Mosca per altri quattro anni, fino al 2018, l’anno in cui si terranno in Russia i campionati mondiali di calcio.
“Attraverso un mio collega amico cinque anni fa ho avuto un’offerta di lavoro a Mosca – ci racconta – sono rimasto per sei mesi e tutto è andato bene. Ero tornato a Sciacca, quando un magnate russo mi ha proposto di fare il personal chef in Sardegna, a Porto Cervo, ma per poche settimane. È stata una esperienza straordinaria, mi hanno convinto a tornare in Russia e lavorare nel cuore di Moscoa, a due passi dalla straordinaria e storica Piazza Rossa”.
Allo chef saccense mancano pochi anni per la pensione di docente, avrebbe potuto attendere questo obiettivo e magari proseguire, da dipendente pubblico pensionato, altre attività private nel settore della ristorazione. Ma ha voluto spezzare il ritmo di una vita che rischiava di diventare monotona e scontata, rimettendosi in gioco a 50 anni: “Mi trovo benissimo – continua – posso assicurati però che nessuno mi ha regalato niente, solo duro lavoro e tanti sacrifici. La lingua è stata uno dei problemi, ma studiando e lavorando solo con i russi adesso sono indipendente. Con me ci sono ben 14 cuochi, loro mi hanno insegnato la lingua, io i segreti della nostra cucina”.
Lo chef saccense usa tantissimi prodotti italiani: olio extravergine di oliva siciliano, parmigiano, grana, pasta italiana, salumi, aceto, pecorino, gorgonzola, mozzarella e tanto altro: “In questo momento ci sono le sanzioni nei confronti della Russia, ma per fortuna non ci manca mai la materia prima che arriva dall’Italia”. Il locale dove lavora Guardino è frequentato in gran parte da professionisti e ufficiali del Ministero della difesa russa che si trova a 500 metri dal ristorante, in una delle zone più ricche di Mosca”. Ci sono anche altri siciliani, ed un maestro pasticciere di Licata, Enzo La Mantia.
“Io mi trovo benissimo – conclude Guardino – ho portato qui anche il mio collega chef Calogero Interrante e penso di portare i miei figli. Giulia studia russo e portoghese a Milano e Luca arriverà a Mosca o San Pietroburgo, dove lo stesso mio gruppo aprirà altri quattro ristoranti e una enoteca con vini italiani e in particolar modo siciliani”.
tratto da “La Sicilia”
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