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GESTIONE ACQUA, CGIL E FEDERCONSUMATORI SODDISFATTI DELLA RIUNIONE DEI 27 SINDACI

“C’è sicuramente un pezzo della battaglia delle nostre Organizzazioni (dal sostegno al “disegno di legge di iniziativa popolare regionale a quello referendario nazionale) per riportare la gestione dell’acqua in forma pubblica e partecipata, e, finalmente, la Regione ha compiuto una vera e propria inversione di rotta, attraverso l’approvazione della legge del 10 agosto 2015. Adesso la partita, specie in un territorio come il nostro dove esiste un “gestore privato”, la devono giocare i Sindaci che hanno la necessità di compiere scelte politiche lungimiranti su questi temi, e di assumersene la responsabilità, ci auguriamo anche con un confronto aperto, trasparente, democratico anche con le forze Sociali e dell’Associazionismo che sono stati gli animatori di questo movimento”.

A dichiararlo Massimo Raso e Ilenia Capodici, rispettivamente responsabili provinciali della Cgil e della Federconsumatori.

“Salutiamo con favore- rimarcano- e giudichiamo positivo il fatto che i 27 Sindaci dei Comuni che, a suo tempo, avevano consegnato le reti al gestore privato, abbiano deciso di accogliere la proposta del Sindaco di Sciacca di “predisporre un atto di apertura del procedimento amministrativo da far sottoscrivere a tutti i Sindaci per una gestione diversa del servizio idrico”.

Raso e Capodici aggiungono: “Non dimentichiamoci infatti che il contratto di affidamento del S.I.I. (servizio idrico integrato) ha una durata trentennale, ed occorre evitare rescissioni che comporterebbe il pagamento di una penale e lavorare attivamente per una rescissione che si fonda su dati di fatto e di diritto inattaccabili e sostenibili in giudizio”.

Coi i Sindaci (ma anche con pezzi dello stesso Movimento per l’Acqua Pubblica) , inoltre, occorre cominciare ad aprire anche un altro capitolo ovvero chiarire cosa significa il ritorno alla gestione pubblica: quale organizzazione, quali costi, quale personale. Si tratta di questioni enormi, ma che occorre cominciare ad affrontare, poiché si è nel tempo erroneamente ingenerata una confusione tra i cittadini utenti per la quale il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua apparirebbe priva di costi e di problemi”.

 

Redazione Corriere

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