AGRIGENTO- Durante lo scorso mese di marzo, sulla scorta del protocollo d’intesa stipulato tra la Guardia di finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sono stati condotti, sull’intero territorio della provincia di Agrigento, numerosi controlli presso gli impianti di distribuzione stradale di carburanti, volti a prevenire e contrastare le frodi nel settore delle accise, sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici. Sono stati effettuati controlli nei confronti di 26 operatori economici analizzando i campioni
prelevati da tutti i serbatoi in uso alle stazioni di servizio, anche allo scopo di riscontrare la qualità dei diversi prodotti energetici commercializzati.
I militari della Guardia di Finanza, coadiuvati dal personale del Laboratorio chimico mobile di Palermo in dotazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno sottoposto ad analisi pressoché immediate i predetti campioni di carburante, immesso in consumo attraverso le colonnine di rifornimento, individuando in un solo caso gasolio irregolare, a causa del basso punto di infiammabilità.
I chimici del Laboratorio mobile hanno constatato, nella circostanza, livelli di combustibilità al di
sotto della soglia minima pari ad almeno 55°C, in termini di punto di infiammabilità del gasolio destinato ad autotrazione. Tale anomalo livello di combustione può essere determinato dall’illecita miscelazione del gasolio con sostanze differenti, quali solventi, benzine e oli vegetali esausti, condotta che, aggirando la normativa sulle accise alla quale sono sottoposti i prodotti energetici, produce condizioni pericolose di utilizzo, oltre ad un elevato grado di inquinamento ambientale, con grave nocumento per la salute pubblica. Un uso prolungato di tale carburante “non a norma” produce effetti negativi anche sulle componenti meccaniche degli autoveicoli, danneggiandoli in maniera rilevante. Si è proceduto, quindi, al sequestro preventivo di circa 2.400 litri di gasolio presso il citato impianto di distribuzione stradale, il cui gestore è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento per frode in commercio e sottrazione del prodotto all’accertamento dell’accisa.
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