Fondi contro i disastri, la Sicilia spende 28 milioni su 789 assegnati

Duro atto di accusa della Corte dei conti: all’Isola per la prevenzione dei danni ambientali sono state assegnate le maggiori risorse con circa 789 milioni di euro, seguita da Lombardia con 598 milioni, Toscana (591 milioni), Campania (486 milioni) e Calabria con 452 milioni.

Purtroppo risultano impegni di spesa per opere contro il rischio dissesto idrogeologico per 45,33 milioni pari al 19,9 per cento e pagamenti per 28,66 milioni pari al 12,6 per cento. Catania e Messina non hanno speso un euro.

E’ quanto emerge dalla relazione su “Gli interventi delle Amministrazioni dello Stato per la mitigazione del rischio idrogeologico”, approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, dove viene, fra l’altro, sottolineato come l’Italia, con circa i 2/3 delle frane censite in Europa, sia il Paese maggiormente interessato da fenomeni franosi.

“Dall’esame delle tabelle – spiegano dal Centro Pio La Torre che ha analizzato la relazione – si rileva come l’Isola sia la regione cui sono state assegnate le maggiori risorse con circa 789 milioni di euro, seguita dalla Lombardia con 598 milioni di euro, dalla Toscana (591 milioni), dalla Campania (486 milioni) e dalla Calabria con 452 milioni di euro. La Sicilia ha avuto assegnate risorse a carico dei programmi finanziati dal Fesr 2014-2020 attinenti al rischio idrogeologico e all’erosione costiera per 227,28 milioni di euro. Risultano impegni per 45,33 milioni pari al 19,9 per cento e pagamenti per 28,66 milioni pari al 12,6 per cento”.