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FESTA DELLA PATRONA SI CONCLUDE IN TRIBUNALE: CONDANNATO ISPETTORE DI POLIZIA PER RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE (MARESCIALLO DEI CARABINIERI)

Santo Stefano di Quisquina – Nell’aula giudiziaria si sono trovati l’uno contro l’altro, tutte e due appartenenti alle forze dell’ordine, ma con un quadro giudiziario opposto. Da imputato c’è finto Francesco Capozza, di 55 anni di Casteltermini, ispettore superiore della Polizia di Stato, da parte offesa, costituitasi parte civile e assistito dall’avvocato Maurizo Presti, Rosario Guttilla, maresciallo dei carabinieri al comando della locale stazione. Insieme a Capozza, era imputato anche Angelo Filippo Urso, 60 anni di Santo Stefano di Quisquina.

Sui due imputati incombeva il reato di inosservanza dell’Autorità e resistenza a pubblico ufficiale. Di mezzo c’è la festa locale in onore di Santa Rosalia, la sera del 7 giugno del 2005 e la processione che si svolge a cavallo. Quella sera i cavalli erano irrequieti, tanto da generare pericolo e mettere a repentaglio la sicurezza pubblica. Si erano verificati incidenti e il ferimento di persone. In tale contesto, Rosario Guttilla, comandante della stazione dei carabinieri, diede disposizioni ai fantini di scendere dal cavallo e proseguire a piedi la processione, con le redini in mano. Disposizioni condivise dal comitato organizzatore e dai fantini, ma non da Francesco Capozza che, secondo la ricostruzione dei militari, si rifiutò chiosando che “la cosa non gli importava e che era assicurato”, e spronando il cavallo a proseguire.

Urso, invece, avrebbe usato violenza in danno dell’appuntato Vertullo e al maresciallo Guttilla. In primo grado, Capozza venne condannato a 4 mesi e 20 giorni di reclusione (pensa sospesa) e Urso a 4 mesi e 15 giorni di reclusione (pena sospesa). In secondo grado, la Corte di Appello ha dichiarato di non doversi procedere per il Capozza, per il reato di inosservanza dell’Autorità perché prescritto, riducendo la pena per resistenza a pubblico ufficiale a mesi 4 e 15 giorni di reclusione. La Cassazione, per quanto riguarda Urso, dichiarava inammissibile il ricorso.

Redazione Corriere

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