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EX STAZIONE, L’ALTRA SCIACCA SCOPRE CHE NELLA PRIMA STESURA DEL PRG L’AREA NON ERA A DESTINAZIONE COMMERCIALE

“Perchè Sindaco e Amministrazione non rispondono ? Perchè non fare valere il diritto di prelazione ?”

In vero stile di giornalismo d’inchiesta, l’associazione “L’Altra Sciacca” torna oggi ad affrontare il caso della ex stazione ferroviaria di Sciacca, venduta ad un privato e oggi inserita nel nuovo Prg come zona edificabile dove si possono realizzare strutture commerciali.

L’Altra Sciacca nel proprio sito pubblica un nuovo e clamoroso tassello alla storia, sperando così di ottenere qualche risposta anche dall’Amministrazione comunale che al momento non è intervenuta in modo ufficiale.

L’Associazione ha scoperto che la destinazione commerciale della ex stazione ferroviaria è una novità recente. Nella prima versione del nuovo PRG antecedente all’aggiornamento effettuato nel 2013 (vedi foto), la destinazione non sarebbe stata commerciale.

Infatti, la destinazione urbanistica di quest’area era ” Area del Sistema ferroviario ed ex ferrovia” che come è riscontrabile dalle NTA non prevedeva certo una destinazione commerciale. Con la nuova versione del Piano Regolatore redatta recentemente dal gruppo ristretto di progettisti – rileva L’AltraSciacca – sarà invece possibile per l’intera area costruire più di 200.000 metri cubi di cemento per un altezza degli edifici di 11 metri, potendoli destinare alla realizzazione di centri commerciali o fino al 60% del volume in nuove residenze.

L’Altra Sciacca si domanda ora: 1) Perché i progettisti del Nuovo Piano Regolatore hanno cambiato idea stravolgendo la destinazione urbanistica dell’area da infrastrutture a commerciale? 2) Dovendo i progettisti del Piano Regolatore eseguire un semplice aggiornamento calando i Piani di lottizzazione, potevano stravolgere le destinazioni di piano, di una zona che non centra nulla con le lottizzazioni? 3) Chi ha dato queste nuove direttive ai progettisti del PRG, quando, perchè? Oppure è una loro libera iniziativa? 4) Sulla scorta di una destinazione urbanistica che prevedeva solo la conservazione dell’esistente la zona dell’ex stazione ferroviaria è stata venduta per soli 600’000 euro, quando con la nuova destinazione potrebbe valere almeno una decina di milioni di euro. Perché l’amministrazione comunale di Sciacca conoscendo la nuova destinazione non ha fatto valere il suo diritto di prelazione? Si può configurare un danno erariale per il Comune di Sciacca? 5) E’ possibile oggi fare valere il diritto di prelazione? Sarebbe cortese che l’Amministrazione comunale ed il Sindaco questa volta rispondessero alle nostre domande. In ogni caso dovesse perdurare questo silenzio state certi che troveremo prima o poi le risposte.

Redazione Corriere

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