Slovenia, Islanda, Irlanda e Olanda hanno già annunciato il loro ritiro o minacciato di non partecipare alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest se Israele sarà ammesso alla competizione. La protesta nasce come reazione alla situazione in corso nella Striscia di Gaza e potrebbe coinvolgere presto altri Paesi.
A maggio, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez aveva dichiarato che Israele “andrebbe escluso” dalle future edizioni del concorso. Al momento, la Spagna non ha ancora preso una decisione definitiva.
Il direttore dell’evento, Martin Green, ha dichiarato: «Comprendiamo le preoccupazioni e le opinioni riguardo al conflitto in Medio Oriente. Le emittenti hanno tempo fino a metà dicembre per confermare la loro partecipazione. Spetta a ciascun membro decidere se partecipare o meno, e rispetteremo tutte le decisioni».
L’emittente olandese Avrotros è l’ultima in ordine di tempo ad aver minacciato il ritiro. Anche l’Irlanda, vincitrice per sette volte, ha annunciato che non gareggerà accanto a Israele. Slovenia, Islanda e Irlanda hanno già confermato la loro assenza, mentre la posizione della Spagna resta in sospeso.
Non sarebbe la prima volta che un Paese viene escluso: la Bielorussia fu estromessa nel 2021 dopo la contestata rielezione di Lukashenko, e la Russia nel 2022 in seguito all’invasione dell’Ucraina.
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