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EMERGENZA SOCIALE, LA GENTE VIVE NEL DRAMMA, LA POLITICA PERDE TEMPO

Il Piano di interventi per le emergenze sociali è fermo da tre mesi nella prima e quinta Commissione consiliare. Fate presto, in nome di chi non ce la fa più

Editoriale di Filippo Cardinale

La crisi alimenta il disagio sociale di tante famiglie, ma la politica, pur in presenza di rimedi efficaci già predisposti, sembra viaggiare alla velocità di lumaca.

E’ il caso del Piano di interventi per le emergenze sociali. Un regolamento che, predisposto dalla Giunta municipale, è approdato nella prima e quinta Commissione consiliare da tre mesi.

Tantissimo tempo, un’eternità rispetto al dramma sociale che la città vive. Sembra essersi incagliato tra le secche di idee aggiuntive che potrebbero, invece, essere trattate parte.

Ci sono 80 mila euro, un tesoretto, già pronti e che rappresentano l’accantonamento del taglio del 20% delle indennità di sindaco, assessori e presidente del consiglio comunale, da potrebbero servire a tamponare le emergenze sociali che emergono da cittadini in difficoltà.

“Il regolamento – spiegano il sindaco Fabrizio Di Paola e l’assessore alle Politiche Sociali Daniela Campione – è frutto della fase storica di precarietà. Nasce dalla constatazione di un disagio sempre più diffuso e acuto che stanno vivendo, in conseguenza della crisi, famiglie e cittadini. Disagio non superabile con il vecchio sistema dei contributi una tantum. Si è così pensato ad un nuovo programma sociale con cinque-sei linee d’intervento complementari e al contempo alternative”.

Da tre mesi il Piano di interventi per le emergenze sociali è fermo nelle due Commissioni perché lo si vuole integrare con il “prestito d’onore”. Un’ulteriore beneficio che però esula dall’emergenza sociale vera e propria da parte di chi non ce la fa a comprare manco un tozzo di pane. Vi è in corso di attivazione lo Sportello del Microcredito” che potrebbe soddisfare le esigenze dello start up da parte di questa fascia di possibili fruitori.

L’emergenza sociale della città termale dovrebbe scorrere su un binario ad alta velocità, dovrebbe avere una corsia preferenziale. E invece no. Da tre mesi il Piano si trova al passaggio di estenuanti riunioni di Commissioni e non riesce ad trovare una sintesi per dare risposte alle migliaia di famiglie esasperate da una crisi che morde e lascia il segno. Nel caso specifico, sarebbe opportuno scindere le due esigenze, quella dell’emergenza sociale più diretta, da quella dell’erogazione del prestito d’onore o del microcredito. Sono tutte soluzioni che vanno nella direzione di un aiuto a quanti lo richiedono.

Ma la linea di demarcazione sta nella priorità, senza esitazione. Disporre di 80 mila euro e di un regolamento che ha bisogno di essere approvato dalla “politica”, e far trascorrere tempo assai lungo, è un controsenso rispetto alle esigenze non procrastinabili delle centinaia di famiglie che vivono il dramma della crisi, delle difficoltà.

A beneficio delle migliaia di persone che vivono l’emergenza sociale, mi piace ricordare che il Piano contiene cinque linee di intervento: 1) assistenza economica a favore di persone e famiglie in condizioni di temporaneo accertato svantaggio economico;2) assistenza economica straordinaria a favore di persone e famiglie per eventi urgenti e imprevedibili;3) assegno economico per lo svolgimento del servizio civico comunale;4) panieri alimentari a favore di persone e famiglie in condizioni di accertato svantaggio economico;5) trasporto sociale a favore di persone e famiglie in condizione di svantaggio economico e sociale.

Sono punti incredibilmente attuali e capaci di lenire le necessità di quanti soffrono il dramma. Se la politica c’è, batta un colpo, e soprattutto esiti subito il Piano per farlo approvare dal Consiglio comunale.

Redazione Corriere

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