Emergenza idrica e una sola autobotte senza autista: il paradosso di una città turistica senz’acqua

A Trapani, città capoluogo con problemi idrici, l’autista dell’unica autobotte è passato ad un livello superiore e non guida più il mezzo

TRAPANI – La crisi idrica che affligge la Sicilia non è solo il risultato di una carenza fisiologica di risorse e delle perdite nelle condotte. A pesare sono anche una gestione poco lungimirante, infrastrutture obsolete e investimenti insufficienti in manutenzione e digitalizzazione della rete. E Trapani, città capoluogo e meta turistica, non fa eccezione. Negli ultimi giorni, i riflettori sono tornati ad accendersi sul campo pozzi di Bresciana, dove i continui blackout elettrici alle pompe gestite dal Comune hanno ridotto l’approvvigionamento e alimentato una polemica con E-Distribuzione. Ma c’è un’altra criticità che rischia di aggravare ulteriormente la situazione: il Comune, che gestisce in house il servizio idrico, non dispone di un servizio autobotti funzionante per fronteggiare le emergenze. L’unico mezzo a disposizione dell’ente è fermo nelle rimesse comunali, non per guasti tecnici, ma per mancanza di personale qualificato alla guida. A confermare il paradosso è Enzo Guaiana, oggi consigliere comunale e fino a pochi mesi fa assessore ai servizi idrici. L’unico dipendente comunale abilitato alla guida dell’autobotte ha ricevuto una promozione e, salendo di livello, non può più svolgere quel servizio. Nella pianta organica del Comune non figura attualmente un altro impiegato con la stessa qualifica, e l’amministrazione non ha ancora provveduto a colmare il vuoto. Per tamponare l’emergenza, l’ente chiede in prestito un autista alla Trapani Servizi, la società che gestisce il servizio integrato dei rifiuti. Una soluzione provvisoria che, però, non può garantire continuità né tempestività negli interventi. E mentre si cerca di arginare le falle del sistema, resta il dato allarmante: una città con oltre 50 mila abitanti, che vive di turismo e accoglie migliaia di visitatori ogni anno, non ha un servizio idrico adeguato, ha una sola autobotte e non ha un piano d’emergenza efficace. La vicenda, che più volte suscitato indignazione tra i cittadini e gli operatori economici che non avrebbero un servizio sostituto adeguato, dovrebbe presto finire sotto la lente della commissione consiliare istituita alcune settimane fa per monitorare la gestione del servizio idrico. Lo stesso Guaiana ne fa parte, anche se la sua elezione è stata criticata dal locale comunale spontaneo per il servizio idrico. La situazione evidenzia una fragilità strutturale che va ben oltre l’emergenza contingente. In un contesto di cambiamenti climatici, siccità e aumento della domanda turistica, l’assenza di una strategia idrica efficace rischia di compromettere la vivibilità della città e la sua attrattività. E mentre si discute di transizione ecologica e sostenibilità, Trapani continua a restare a secco.