ECCO I MOTIVI DEL SEQUESTRO DEL SITO ” SCALA DEI TURCHI”

Ieri mattina mattina personale militare della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Porto Empedocle, al Comando del Capitano di Fregata Gennaro Fusco, su ordine del Procuratore della Repubblica  Luigi Patronaggio, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di urgenza del sito “Scala dei Turchi”, necessitato dal fatto che si sta approssimando la stagione balneare e che vi è un concreto pericolo per i turisti e per i bagnanti, in considerazione dei numerosi crolli che hanno interessato l’area negli ultimi mesi.

Il Procuratore della Repubblica di Agrigento, Dott. Patronaggio, durante la conferenza stampa indetta, in data odierna, presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, ha fornito delucidazioni relativamente ai presupposti per l’applicazione del sequestro preventivo e ai reati ipotizzati.
La Scala dei Turchi è un sito che ha una importante valenza paesaggistica, storica, geologica, archeologica, e altresì è un bene molto fragile. Negli anni passati, sono stati registrati atti di vandalismo, quali asportazione di parti della marna, graffiti di dubbio gusto, carotaggi non autorizzati, e dalla parte sommitale vi è pericolo di caduta massi, che danneggiano la stessa marna.
Ad oggi, esiste un contenzioso tra colui che si ritiene il proprietario del sito, senza tuttavia averne alcun titolo, e gli enti pubblici.

Ferdinando  Sciabbarrà, quale proprietario del sito nelle visure catastali, le quali tuttavia non sono titoli costitutivi della proprietà,  è stato iscritto nel registro degli indagati ai sensi dell’art. 1161 del Codice della Navigazione, per aver occupato porzioni del demanio marittimo e, ai sensi dell’art. 633 in relazione al 639bis Cod. Pen., per aver arbitrariamente invaso porzioni di terreno, già facenti parte del demanio comunale e oggi attribuite al demanio della Regione Sicilia, ed in particolare per aver preteso lo sfruttamento economico dell’area complessivamente denominata e conosciuta come “Scala dei Turchi”.

Altri reati contestati allo Sciabbarrà sono:
ex art. 673 Cod. Pen.,per avere, nella sua qualità di possessore di fatto, omesso di collocare segnali e ripari idonei ad impedirne pericoli alle persone in transito;
ex art. 170 Codice dei BB.CC. e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), per avere destinato l’area ad un uso incompatibile con il suo intrinseco carattere paesaggistico, storico, artistico, archeologico ed etnoantropologico;
ex art. 733 Cod. Pen., per avere, con più azioni ed omissioni, deteriorato e comunque danneggiato il sito, provocando un nocumento al patrimonio archeologico, storico ed artistico nazionale ed, in particolare, per avere impedito il danneggiamento della marna attraverso graffiti e carotaggi.

Infine, va ricordato che ai fini della demanialità del sito rileva non solo l’idoneità astratta insita nel bene, ma anche la sua funzione pubblica nei confronti della collettività e non è da mettere in dubbio che la Scala dei Turchi venga costantemente fruita, sia in periodo invernale che estivo, per usi pubblici attinenti alla balneazione.

Solo un custode pubblico può porre in essere idonee misure volte a salvaguardare l’incolumità della popolazione e dei turisti e può stabilire una ordinata fruizione al pubblico e, infatti, la custodia del sito “Scala dei Turchi” è stata affidata al Dirigente della Struttura Territoriale dell’Ambiente di Agrigento-Caltanissetta della Regione Siciliana e al Sovrintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento.

Il Comandante Fusco ha rappresentato che l’indagine si è rilevata estremamente complessa e solo grazie all’acume investigativo dei militari della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, che hanno svolto accurate indagini presso gli uffici amministrativi coinvolti, è stato possibile trovare una chiave di lettura per questa annosa vicenda.