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Dino Petralia e la danza delle parole. A Sciacca per la presentazione del suo libro “Grammatica emozionale”

Un magistrato di alto spessore in pensione, un cittadino onorario di Sciacca, un cultore della musica, un “direttore d’orchestra” che con la sua passione della lingua italiana fa di essa uno spartito dove la letizia della parola diventa essa stessa musica soave. Un delizioso viaggio nel suo libro “Grammatica emozionale”


SCIACCA- Conoscevamo Dino Petralia come magistrato di altissimo prestigio. Lo abbiamo apprezzato come capo della Procura di Sciacca, lo abbiamo apprezzato nell’evolversi della sua brillante carriera con le tappe nel Consiglio Superiore della Magistratura, come Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Abbiamo fatto solo una sintesi del brillante percorso in magistratura di Dino Petralia. Il suo essere un gentiluomo d’altri tempi è stato scolpito con il riconoscimento di cittadino onorario di Sciacca. Il suo incedere, l’andare sempre avanti segna ancora una piacevole tappa: presentare la parola nella sua dimensione più nobile, andando in profondità. Siamo la Patria di Dante e di innumerevoli scrittori e poeti che hanno innalzato la lingua italiana sino alla vetta più alta della letizia, del significato, E se la società di oggi, vittima e ostaggio di esasperate frenesie e tecnologie, è imputabile di un costante reato di maltrattamento aggravato della grammatica, si rende protagonista di una continua e ignobile violenza sulla grammatica italiana, Dino Petralia ci prende per mano e ci invita a intraprendere un delizioso viaggio nella grammatica che diventa cuore pulsante di emozioni. La parola, la grammatica, nella società attuale si svestono della loro profondità. Si pronunciano parole, si usa la grammatica (spesso riveduta e scorretta, specie nei congiuntivi) senza comprendere la loro profondità. Dino Petralia va in profondità, alle radici, e come compositore mette sullo spartito l’armonia del suono. A emettere il suono non sono strumenti musicali, ma la nostra bocca. Il viaggio a cui siamo invitati da Dino Petralia, ci fa scoprire l’anima della parola, della grammatica. E come bimbi estasiati nel vedere una ricca vetrina di balocchi, il lettore rimane affascinato nello scoprire l’anima dei nomi, dei verbi, degli aggettivi, degli avverbi, delle punteggiature. Pagina dopo pagina ci deliziamo della passione di Petralia per la grammatica italiana. Anche l’infinito diventa un’area di delizia. “Dal dilemma esistenziale di marca shakespeariana all’ermo colle che tanto cara fu al poeta, l’infinito verbale ha la fluida magia del moto perpetuo e , come tale, un fascino da sirena tentatrice d’animi e di menti. Il suo modo discreto, felpato e gentile, la sua onnipresenza e l’eterna rima di se stesso e di tutti gli infiniti possibili lo fanno gentiluomo perenne, pronto a offrirsi per…chiedere, rispondere, rassicurare….e financo a…curare, proteggere, amare. Attenzione, però! Ha mille facce ed è umorale per natura, sicché se la giornata è storta, sa pure…difendere, tramare e addirittura terrorizzare…sicché bisogna saperlo prendere con garbo e sapienza, evitando quelle inutili e disturbanti ripetizioni così a rischio di manierose improprietà”.
La presentazione del libro avverrà giovedì 12 giugno nell’atrio superiore del palazzo comunale, alle ore 19:30. A conversare con Dino Petralia Irene Chias e Massimo D’Antoni

Filippo Cardinale

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