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DAPPERTUTTO TRANNE CHE A SCIACCA

Pd e Ncd vanno a braccetto ovunque. A Sciacca c’è una volontà a ignorare ciò che altrove è una normale intesa politica

EDITORIALE

La nostra città offre quotidianamente spunti di riflessione. E’ una fucina di paradossi che spesso sono perimetrati dentro le mura urbane perché non hanno un senso. Non ha senso, dal punto di vista politico, lo scontro acerrimo tra Ncd e Pd. Mentre l’Italia è governata da Pd e Ncd, a Sciacca anziché la ricerca dell’intesa politica si va dritto allo scontro, a non considerare il Pd, cioè quell’alleato senza il quale il ministro Angelino Alfano passerebbe il tempo a bagnarsi nelle acque della sua San Leone.

A Palermo, da giorni Alfano invia mazzi di rose al Pd, a Crocetta, per intraprendere un percorso comune, un’intesa politica per governare insieme la Regione. A Sciacca, invece, la realtà politica è assai diversa. Ncd e Pd sono due entità distanti e distinte. In verità, i segnali di un ragionamento politico di apertura da parte del Pd c’è stato. Ma la risposta da parte dell’Ncd è stata di un niet. Anzi, ad ogni tentativo di apertura del Pd corrispondono puntualmente comunicati stampa dell’Ncd che sono paragonabili a dichiarazioni di guerra. Eppure, la situazione politica della città termale indurrebbe, invece, ad un necessario dialogo ra le due forze, ma soprattutto la capacità da parte dell’Ncd di capire che l’Amministrazione non ha i numeri per andare avanti nel governo della città.

Qualche giorno fa, l’Amministrazione Di Paola ha ingoiato un rospo amarissimo con la vicenda della nomina del Collegio dei revisori. Esempio evidente di come una logia centrifuga tutta interna alla maggioranza ha creato danni irreparabili. Da 18 consiglieri comunali, la maggioranza è precipitata a 13. Forse credevano che si poteva andare avanti, che qualche consigliere in meno non avrebbe creato problemi. Invece, bendati come muli, i consiglieri della maggioranza non si sono accorti della frana che si allargava sotto i piedi giorno dopo giorno

La vicenda della fuoriuscita dei tre consiglieri comunali dell’ex Cantiere Popolare segna uno spartiacque importante. La maggioranza immaginava una contabilità di dare e avere con l’Mpa, cosa che non è avvenuta, con il risultato che è iniziato il processo di ridimensionamento della maggioranza. Fino ad oggi, diventata la vera minoranza. I numeri in Consiglio comunale sono chiari e non lasciano spazi a immaginazioni suggestive. Il sindaco Di Paola deve fare una riflessione al netto delle spinte che derivano dal suo partito. A volte sembra che lo stesso Ncd pare abbia più la necessità di mettere all’angolo lo stesso sindaco che salvaguardare l’interesse della comunità.

Redazione Corriere

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