Totò Cuffaro oggi pomeriggio a Raffadali, accolto dagli applausi di circa 50 persone. L’ex governatore della Regione siciliana, che ieri ha lasciato il carcere di Rebibbia, a Roma, dove ha scontato la condanna per favoreggiamento a Cosa nostra, ha salutato tutti e ha trovato una motocicletta identica a quella in suo possesso quando aveva 16 anni, regalo di un amico che è riuscito a trovarla e rimesso a nuovo. “Sto bene, sto bene. Quando si ha la serenità di essere apposto con la propria coscienza e l’affetto di tante persone che ti vogliono bene si deve stare bene, c’è bisogno di star bene anche se si porta dietro cinque anni di grande sofferenza. La sofferenza, secondo Manzoni, era il principio della redenzione. Prendiamola così”, ha aggiunto Cuffaro. “Vado da mia madre – ha affermato – . Vado a prendermi e a dare l’abbraccio a mia madre che mi è stato negato disumanamente”. “Non farò più politica – ha ribadito ai giornalisti – . Mi occuperò dei diritti dei detenuti. Sono contro la pena di morte e contro l’ergastolo ostativo. Ho visto tante persone, con ergastolo ostativo, suicidarsi. La prossima settimana spero di poter partecipare al convegno dell’associazione che si occupa dei diritti dei detenuti”.

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