Crisi marinerie siciliane, i punti da sottoporre alla Commissione europea

Meeting con il Commissario europeo per la Pesca Kostas Kadis promosso dall’on. Marco Falcone – Vice Capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo. L’on. Marco Falcone e i rappresentanti delle marinerie siciliane sottopongono alla Commissione europea un quadro di punti focali che rispecchiano le esigenze concrete del comparto ittico dell’isola e dei territori limitrofi

SCIACCA- Questo il documento con i punti mirati a combattere la crisi delle marinerie siciliane. Un documento presentato al meeting con il Commissario europeo per la Pesca Kostas Kadis promosso dall’on. Marco Falcone – Vice Capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo

Quote gamberi e rapporti transfrontalieri
È fondamentale rivedere il sistema delle quote per la pesca dei gamberi, anche alla luce della pressione competitiva proveniente da Paesi terzi del Mediterraneo, estendendola alle unità di pesca interessate per poterla esercitare. Ciò anche in considerazione che i Paesi extra UE non hanno alcun vincolo. L’obiettivo è favorire un dialogo strutturato tra gli Stati transfrontalieri e la Sicilia per garantire regole comuni, sostenibilità e condizioni eque per i nostri pescatori.

Fondi FEAMPA
La riduzione delle risorse del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) rischia di indebolire gravemente la capacità di investimento e di innovazione del settore. Si chiede un impegno per il ripristino e il rafforzamento dei fondi destinati alle marinerie siciliane, in linea con la specificità geografica e socio-economica dell’isola. A tal fine sarebbe auspicabile la previsione di misure dirette di sostegno alle imprese di pesca. Sarebbe inoltre opportuno, in considerazione dell’attuale e conclamata crisi dovuta ai cambiamenti climatici, – principale causa della migrazione delle specie ittiche del Mediterraneo, con la contestuale presenza di specie predatori (squaloidi, specie aliene, tonni, etc.) in continuo aumento – prevedere misure di sostegno economico compensative. Prevedere infine, relativamente agli interventi finanziari di ammodernamento e sostituzione motori e strumentazione di bordo in favore della flotta, uguali percentuali di rimborso economico per tutti i sistemi di pesca, ossia il 100% dell’intervento, al pari di altri segmenti. A tal proposito si sottolinea come la flotta peschereccia siciliana è la più vetusta d’Europa e pertanto necessita di ammodernamento e rinnovo, in quanto non più competitiva nel rapporto con le flotte transfrontaliere, nonché ai limiti della sicurezza per la navigazione. Infine, in linea con la dichiarata volontà di ridurre lo sforzo di pesca della Commissione, si sottolinea la necessità di un incremento di risorse finanziarie in favore della misura di arresto definitivo, rivolta principalmente alle GSA che si affacciano nel Canale di Sicilia, appesantite dalla dura crisi e dalla riduzione dei tratti di mare adibiti alla pesca.

Gestione delle GSA nel Canale di Sicilia
La gestione condivisa delle GSA (Geographical Sub-Areas) nel Canale di Sicilia deve avvenire con una maggiore partecipazione italiana e della Regione Siciliana, garantendo che le decisioni siano frutto di un equilibrio fra tutela ambientale e salvaguardia della flotta peschereccia siciliana. In particolare, stante la specificità di molte specie ittiche, presenti lungo le coste del Canale di Sicilia, che seppur in età adulta rimangono di piccole dimensioni, sarebbe utile e necessario effettuare uno studio specifico in tal senso e nelle more consentire deroghe sulle dimensioni delle maglie.

Pesca a strascico
Si chiede l’abolizione della norma che prevede, a partire dal 2030, il divieto totale della pesca a strascico. Una misura di questo tipo non terrebbe conto delle peculiarità del Mediterraneo e metterebbe a rischio la sopravvivenza di intere comunità costiere. È necessario invece lavorare a regole più flessibili, che coniughino sostenibilità e continuità produttiva. A tal proposito si sottolinea la sproporzione del sistema sanzionatorio, laddove anche per piccole infrazioni sono previste gravi conseguenze economiche ed addirittura, in alcuni casi, la perdita dei requisisti di ammissibilità per le misure del FEAMPA ed altresì la restituzione dei benefici già percepiti.

Zone di restrizione nel canale di Sicilia

Attivare una immediata ricerca scientifica con il supporto dei pescatori sullo stato degli stock ittici di nasello e gambero rosa nelle zone di restrizione della pesca nel Canale di Sicilia (aree di Nursery Banco Avventura, Golfo di Gela e Banco di Malta), di cui al Regolamento (UE) n. 2019/982 del 05/06/2019 e successive proroghe, che ha ulteriormente ridotto le zone di pesca e messo in ginocchio la pesca siciliana e bloccato l’attività di pesca di tutte le flotte che si affacciano nel canale di Sicilia, per verificare, a distanza ormai di anni di interdizione, il reale stato delle risorse, stante che queste ultime, a suo tempo, sono state rilevate, semplicemente, attraverso una stima che ha analizzato il “transito” peschereccio in quelle zone, ossia attraverso la rilevazione delle posizioni dei motopesca e, nel frattempo, concedere una moratoria, ovvero la sospensione dell’efficacia del succitato Regolamento UE n. 2019/982, in attesa delle risultanze della ricerca scientifica. Sul punto, si ribadisce ulteriormente, che invece i Paesi extra UE, con particolare riferimento a Tunisia e Libia, non sono soggetti a tali limitazioni. Invita la Commissione a prevedere meccanismi di compensazione rapidi ed adeguati, per garantire che le azioni di tutela, ripristino e conservazione siano anche sostenibili dal punto di vista sociale ed economico, in particolare per i pescatori delle isole.

Fermo Pesca per ripopolamento ittico
Permettere di poter individuare i periodi di fermo pesca in base alle specificità delle zone (marinerie) e dei piani di gestione locali, nonché consentire anche alle altre tipologie di pesca (piccoli pelagici, pesca artigianale, etc.) di potere effettuare periodi di fermo pesca. Prevedere in tali casi adeguate e sufficienti misure di compensazione economica per affrontare dignitosamente detti periodi di interruzione.

Reclutamento del personale di bordo
Le marinerie siciliane soffrono una crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. È necessario un intervento a livello europeo che favorisca meccanismi più agili di reclutamento e formazione, anche in collaborazione con Paesi terzi, assicurando nel contempo condizioni di lavoro dignitose e tutele adeguate. Ciò anche in considerazione del fatto che da anni, tenuto della grave e atavica crisi, non si verifica un ricambio generazionale degli operatori del settore.

Misure a sostegno della insularità
Si sottolinea con forza la specificità delle regioni insulari e ultraperiferiche, dove l’insularità comporta costi di produzione e logistica notevolmente più elevati, con ripercussioni dirette sulla competitività dei pescatori locali; si invita pertanto la Commissione a prevedere linee di finanziamento potenziate, semplificate e dedicate a queste zone nell’EMFAF e nel bilancio dell’UE, al fine di sostenere, tra l’altro, il rinnovo e l’ammodernamento della flotta, incentivando tecnologie sostenibili e a basso impatto ambientale, e di compensare i costi più elevati dell’energia, della manutenzione e delle assicurazioni;

SI sottolinea che i pescatori delle regioni insulari e ultraperiferiche devono spesso affrontare procedure amministrative complesse e disomogenee, che limitano l’accesso ai finanziamenti e rallentano le attività; si chiede pertanto la semplificazione e l’armonizzazione delle procedure amministrative in tutta l’UE, con azioni a livello nazionale e regionale, anche nelle regioni ultraperiferiche, con sportelli unici dedicati, e un maggiore sostegno tecnico alle imprese di pesca su piccola scala. Il comparto ittico siciliano rappresenta un presidio economico, sociale e culturale di valore strategico per l’Europa. Forza Italia e il Gruppo PPE, insieme alle marinerie siciliane, chiedono alla Commissione europea di avviare un percorso di confronto costruttivo e continuo, affinché il Mediterraneo non sia percepito come un’area marginale, ma come uno dei fulcri della politica comune della pesca.