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Crisi idrica: la Regione si affida sempre ai dissalatori. Assessore Colianni: “Pronti tra un paio di mesi”

La Regione sta cercando di affrontare il cambiamento climatico intervenendo anche sull’area di Palermo con una partnership privato per altri due dissalatori, che producono da 600 a 1000 litri al secondo

La Regione siciliana rifiuta la proposta di Webuild per la realizzazione di nuovi dissalatori in Sicilia e annuncia (lo fa da un anno ) che entro un paio di mesi (aveva detto fine giugno) entreranno in funzione quelli di Gela, Trapani e Porto Empedocle. Lo ha detto il neo assessore regionale all’Energia, Francesco Colianni, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, insieme al dirigente regionale della Protezione civile, Salvo Cocina. In una regione che soffre da anni la crisi idrica e che la scorsa estate ha dovuto fare i conti con una siccità senza precedenti, l’annuncio di Colianni ha una valore decisamente importante: «Entro due mesi – ha detto – consegneremo i tre dissalatori di Gela, Trapani e Porto Empedocle, che saranno una risposta importante all’emergenza idrica in Sicilia». Si tratta di tre impianti già esistenti, abbandonati da anni e che la Regione ha deciso di rimettere in funzione per fronteggiare l’emergenza siccità. «La Regione – ha aggiunto Colianni – sta cercando di affrontare il cambiamento climatico intervenendo anche su un’altra area, quella di Palermo (Termini Imerese e Partinico), con una partnership privato (170 mln per cui verrà fatto un bando)-pubblica (10 mln) per altri due dissalatori, che producono da 600 a 1000 litri, al secondo, che sono in grado di soddisfare il fabbisogno. Per questo progetto era arrivata anche una proposta da parte di Webuild che prevedeva un investimento di 850 milioni (che diventerebbero 5 miliardi in 27 anni), con un progetto più strutturato e che, di fatto, superava ulteriormente il fabbisogno, con un costo sui cittadini di circa 274 euro l’anno. Ringraziamo Webuild per l’attenzione, ma la decisione è stata quella di procedere con la prima ipotesi prevista nella delibera 459 del dicembre 2024».

Giuseppe Recca

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