Produttori agricoli delle nove province siciliane hanno denunciato ieri a Castiglione di Sicilia le paure di un settore attanagliato dal caro-energia e dalla siccità, dalla burocrazia e dalla fame di infrastrutture. “Piazza Copagri” si chiamava la manifestazione, voluta anche per mettere in mostra le bontà dell’isola, ma anche per evidenziare che senza un intervento del governo molte aziende chiuderanno i battenti.
C’era anche Nino Indelicato, presidente della cooperativa “Agrisana” di Sciacca e rappresentante Copagri, che ha sottolineato il paradosso “di un mondo agricolo che in un momento come questo subisce sia quando acquista, sia quando vende. Non abbiamo la forza per incidere né sui costi né sul ricavato”.
Intervistato da Giulio Marciani, Indelicato ha fatto un esempio. “La guerra in Ucraina, ma non solo, ha portato l’olio di semi da 2.50 a 5.50. Il nostro olio extravergine di oliva era mediamente 4.50 o 5 euro, oggi non si potrebbe vendere a meno di 6 euro e 50 ma resta sempre allo stesso prezzo. Insomma, continuiamo a metterci il petto e la faccia per realizzare questo che è olio vero ma lo dobbiamo cedere sottocosto. E molti, soprattutto i più piccolini, adesso si stanno chiedendo davvero se continuare”.
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