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Clamoroso flop di partecipazione al convegno costato 40mila euro per promuovere e mettere in moto la macchina organizzativa di “Agrigento capitale italiana della cultura”

AGRIGENTO- Quattro amici al bar è una cifra dignitosa.  Poche anime al Teatro Pirandello in occasione del convegno per promuovere e mettere in moto la macchina organizzativa di “Agrigento capitale italiana della cultura”, costato 40 mila euro e al quale sono stati invitati i 9 sindaci delle città finaliste, è una cifra che mortifica e dà la patente al sindaco di Agrigento di inadeguatezza a gestire un progetto così complesso e che inizia a Capodanno 2025. E’ concreto il rischio di fare un torsolo di cattiva effige mondiale. La traduzione in siciliano è assai gradita e rende meglio a cosa andiamo incontro.

E il dirigente regionale dell’associazione dei consumatori, Giuseppe Di Rosa, attacca: “Nuovo campanello di allarme, Miccichè è in confusione”. In verità non è una novità.  Di Rosa documenta con foto e video le pochissime poltrone occupate e la platea interamente deserta. “Un altro campanello d’allarme – tuona -, sia subito commissariata l’organizzazione del titolo di città italiana della cultura”.

Il dirigente di Codacons aggiunge: “Lo hanno presentato come il convegno che avrebbe aperto la stagione che porta all’evento del 2025 ma è stato un flop annunciato. Non sono passate inosservate le assenze della deputazione agrigentina (solo Calogero Pisano è stato pochi minuti ed ha lasciato la sala) e di almeno 40 dei 43 sindaci della provincia di Agrigento. Uno spettacolo indecoroso – prosegue – è stato presentato agli occhi degli invitati. Non erano presenti neppure alcuni assessori e l’intero consiglio comunale, si sono contati al massimo 3 consiglieri tra i 40 presenti totali assieme a stampa ed autorità. La città ha snobbato il convegno ma – si interroga Di Rosa – chi lo sapeva?”.

Di Rosa conclude: “Siamo davvero preoccupati, toglietegli le chiavi della città dalle mani, forse è il momento di dire che il sindaco è in confusione, siano le autorità preposte a valutare davvero il commissariamento o sia il consiglio comunale a tirare la spina”.

Prima da flop. Ed era ritenuto come il primo evento di una città che dovrà rappresentare l’Italia come Capitale della Cultura 2025. Ormai è chiaro che manca una capace organizzazione degli eventi che devono avere una ribalta in tutto il Paese.

I quarantamila euro spesi per un evento di carattere nazionale potrebbero anche essere sufficienti per un buon esito di comunicazione. Ma la realtà è ben altra. Il flop dimostra una pessima capacità organizzativa considerato che l’evento ha registrato poche presenze in teatro anche dei Comuni invitati, ed ha avuto effetti solo sui media locali.

Filippo Cardinale

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