CHI VUOL PRENDERE LE OPERE D’ARTE DEL “BONACHIA”? IN CAMPO IL MINISTERO DELL’INTERNO E L’EX PROVINCIA

Leggendo la corrispondenza ufficiale del Ministero dell’Interno e del Commissario Straordinario dell’ex Provincia di Agrigento, la domanda appare spontanea: perché è stato necessario produrre lettere per chiarire la proprietà delle opere d’arte che sono custodite nella sede del liceo artistico “G.Bonachia” di Sciacca? E’ come se ci fosse il pericolo di un loro collocamento altrove, tanto che Enti pubblici come il Ministero dell’Interno ha sentito il bisogno di mettere nero su bianco, in modo ufficiale. Altra domanda: perché solo in questi ultimi tempi è sorta la questione? E che ruolo ha la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, visto che sembra l’attore principale? E ancora una domanda: il Comune di Sciacca entra in qualche modo nella vicenda?

Lettera del Commissario Straordinario del Libero Consorzio dei Comuni della Provincia di Agrigento (ex Provincia). La lettera è di pochi giorni fa ed è indirizzata alla dirigente scolastica del liceo artistico “G.Bonachia” e firmata dal dottor Girolamo Alberto Di Pisa (ex magistrato). Nella lettera, il Commissario avverte la necessità di comunicare alla dirigente che “ogni acquisizione da parte di altri Enti senza un valido e certo titolo di proprietà sarebbe da considerare arbitraria e quindi suscettibile di configurare fatti di rilevanza penale”. La stessa dirigente scolastica aveva chiesto lumi alla Provincia, essendo un istituto superiore e quindi di competenza della Provincia, “in merito alla condizione giuridica delle opere d’arte custodite” presso la sede scolastica del Bonachia. Il Commissario Di Pisa, nella lettera, chiarisce che le opere d’arte custodite dal liceo artistico sono di “dimostrata proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC) e saranno oggetto di formalizzazione dei rapporti con la Prefettura attraverso un verbale di consegna”. Addirittura, il Commissario, inoltre, evidenzia alla dirigente che “altre opere di cui non venga dimostrata inequivocabilmente la legittima proprietà debbano rimanere allocate presso la scuola”, considerato che questa “ha sempre doverosamente svolto il compito della custodia a tutela, valorizzandole ai fini didattici e culturali”.

Lettera del Ministero dell’Interno. Anche il Ministero dell’Interno punta i piedi e invia una lettera (lo scorso 16 novembre) alla Soprintendenza Beni Culturali di Agrigento, all’Istituto secondario “T.Fazello” e alla Prefettura di Agrigento. Anche in questo caso, il Ministero comunica che “risultano riconducibili al Ministero dell’Interno tutti gli affreschi staccati provenienti dal convento dell’Itra, di accertata proprietà FEC, mentre non è stato possibile rintracciare notizie e/o documenti relativi alle chiese non più esistenti di San Giorgio dei Geneovesi e della Madonna degli Infermi, dalle quali presumibilmente provengono i tre pannelli ceramici ed i materiali lapidei”, descritti dalla Soprintendenza. Il Ministero scrive anche che “non è stato possibile rinvenire documentazione relativa all’ex collegio dei padri Gesuiti, dal quale proverrebbe il dipinto “Annunciazione” del XVII secolo”. Il Ministero invita la Prefettura a “formalizzare i rapporti con il liceo che attualmente ospita gli affreschi staccati di proprietà FEC  mediante un verbale di consegna con cui l’Ente detentore si impegna a garantire la buona conservazione e la tutela dei beni”.

Il Ministero, infine, sollecita la Soprintendenza a “far conoscere in quale chiesa FEC della città o della provincia potrebbero essere trasferiti i suddetti affreschi”. Il Ministero dell’Interno ribadisce che l Consiglio di Amministrazione del FEC si è “recentemente espresso sulla necessità di provvedere al ricollocamento dei beni mobili fuori sede nelle chiese di provenienza ovvero, qualora impossibile, in altre chiese di proprietà FEC”.

Insomma, il Ministero dell’Interno frena un possibile tentativo di trasferire opere d’arte di proprietà del FEC in luoghi diversi da quelli indicati dal Consiglio di Amministrazione del FEC.

Certamente è il caso, sulla questione, che il sindaco Francesca Valenti intervenga per fare chiarezza su chi vuole mettere le mani sulle opere d’arte in questione.

Filippo Cardinale 

(Foto di repertorio)