Per Gaspare Tutino, 44 anni, e Paolo Miccichè, 36 anni, entrambi di Cattolica Eraclea, rimasti coinvolti nell’operazione antimafia della Dia denominata “Minoa”, arrestati, processati ed assolti, niente ruisarcimento per ingiusta detenzione.
Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha confermato la sentenza della Corte di Appello. I due cattolicesi avrebbero concorso a determinare la loro ingiusta detenzione non rispondendo alle domande loro rivolte durante l’interrogatorio di garanzia. Atteggiamento che avrebbe potuto chiarire la loro posizione da subito. Dunque un concorso di colpa grave per i giudici d’appello ribadito dai giudici della Suprema corte.
L’operazione Minoa, è scattata il 27 novembre del 2009 con l’arresto di otto persone, ritenute appartenenti alla famiglia mafiosa di Cattolica Eraclea, Montallegro e Ribera: Andrea Ainoddeo, 50 anni, ristoratore; Francesco Manno, 50 anni, impiegato comunale; dell’imprenditore Giuseppe Terrasi, 42 anni, del padre Domenico Terrasi, 72 anni, pensionato, tutti di Cattolica Eraclea, di Damiano Marrella, 64 anni, macellaio di Montallegro e di Marco Vinti, 42 anni, imprenditore di Ribera.
I processi celebrati portarono alla condanna di due degli otto arrestati, Domenico Terrasi e Damiano Marrella.
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