Cronaca

Catanzaro (PD): “Deficit amministrativo, ritardi e contenziosi. La Corte dei Conti boccia la sanita siciliana”

Il parlamentare commenta la notizia della sonora bocciatura da parte della sezione di controllo della Corte dei Conti al Piano di riorganizzazione delle terapie intensive e sub-intensive in chiave anti Covid con i fondi del Pnrr  destinati alla Sicilia.

 “Come se la sanità siciliana non avesse già abbastanza problemi, ora scopriamo che la gestione delle risorse per il potenziamento della rete ospedaliera è stata un disastro burocratico con tanto di battaglie legali annesse. Dall’esiguo numero di posti di terapia intensiva attivati alle carenze nei pronto soccorso e nella rete ospedaliera, la Corte dei Conti parla di ‘deficit di capacità amministrativa’ e, purtroppo, non possiamo dargli torto”. Così Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana commenta la notizia della sonora bocciatura da parte della sezione di controllo della Corte dei Conti al Piano di riorganizzazione delle terapie intensive e sub-intensive in chiave anti Covid con i fondi del Pnrr  destinati alla Sicilia.

“Questa gestione ci dimostra che, oltre alle difficoltà sanitarie, abbiamo dovuto affrontare anche un’epidemia di burocrazia inefficace – continua Catanzaro –. E adesso ci tocca pure fare i conti con le conseguenze di una programmazione fallimentare, che invece di potenziare la sanità pubblica ha prodotto ricorsi e nuove spese. Complimenti a chi ha gestito il tutto con tanta leggerezza, complimento a questo centrodestra incapace di garantire ai siciliani il diritto alla salute”.

“E’ il momento di dire basta ad improvvisazioni e ritardi, archiviando definitivamente il solito copione di inefficienze che poi si traducono in costi e disservizi per i cittadini. La sanità siciliana non può più permettersi errori del genere, – conclude – servono serietà, competenza e una pianificazione degna di questo nome. Il Partito Democratico farà di tutto per evitare che certe situazioni si ripetano, perché la salute pubblica merita rispetto, non ulteriori complicazioni”.

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Giuseppe Recca

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