Decine di lavoratori del gruppo 6Gdo, azienda della grande distribuzione sequestrata alla mafia, hanno occupato simbolicamente per alcune ore la sala consiliare e organizzato un presidio davanti al municipio di Castelvetrano (Trapani), il paese del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Protestano perché l’azienda di grande distribuzione, appartenente a un imprenditore legato a Messina Denaro, è da alcuni mesi affidata a una gestione commissariale ma non svolge alcuna attività. Il 17 marzo potrebbe essere messa in liquidazione: quasi 500 lavoratori, compresi quelli dell’indotto, perderebbero il posto. Il sindaco Felice Errante, che ha incontrato una delegazione di dipendenti della 6Gdo, ha lanciato un appello.
“Sono particolarmente provato – scrive – da questa vicenda. Oltre al danno che si avrebbe sull’economia locale dalla perdita di circa 500 posti di lavoro, che per una città di 32 mila anime sarebbe devastante come se la Fiat chiudesse gli stabilimenti di Torino, si avrebbe anche la clamorosa beffa di far passare il terribile messaggio che lo Stato toglie il lavoro che la mafia assicurava”.
“Tutto ciò – aggiunge – sarebbe devastante per le istituzioni che, a mio avviso, debbono dare risposte concrete ed efficaci. Risulterebbero, altresì, vani tutti gli sforzi sin qui compiuti verso quel percorso di legalità e di affrancamento della mia comunità dalla mafia”.
Nei giorni scorsi il caso era stato al centro di iniziative e di interrogazioni da parte dell’eurodeputato Sonia Alfano, presidente della Commissione europea contro il crimine organizzato, e dei senatori Beppe Lumia e Pamela Orrù del Pd.
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