Gaetano Montalbano, attivista dell’associazione Sos Democrazia, ha scritto una lettera che ha inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Sicilia, ai Parlamentari Nazionali, ai Consiglieri Regionali Siciliani, ai Deputati Europei eletti in Sicilia e ad alcuni intellettuali ed artisti siciliani, sottolineando il caso dell’imprenditore antiracket Ignazio Cutrò:
Ill.mi Signori, Vi scrivo per raccontarvi di Ignazio Cutrò, unico Testimone di Giustizia in Italia che ha scelto di rimanere nel posto dove ha subìto minacce, ritorsioni e attentati. Siamo a Bivona, entroterra agrigentino, in piena terra di mafia. Un imprenditore ha alzato la testa e sfidato “Cosa Nostra”, denunciando e facendo condannare i propri estorsori mafiosi. Pochi giorni fa la “Serit Sicilia”, agente della riscossione per la provincia di Agrigento, gli ha recapitato una “Comunicazione Preventiva di Ipoteca” per un importo di 85.562,56 euro, relative a cartelle che dovevano essere bloccate dalla sospensiva prefettizia. Lo Stato non ha sospeso i debiti dell’imprenditore-coraggio e non gli ha rilasciato i documenti necessari per il riavvio dell’azienda. Ignazio Cutrò, quindi, non può lavorare e deve pagare entro 30 giorni una cifra impossibile. Pena: l’iscrizione di ipoteca sui beni immobili. Tutto ciò in spregio alla legge italiana sui Testimoni di Giustizia. Che senso colpire un simbolo dell’antimafia? La paradossale vicenda di Ignazio Cutrò, insieme a quelle di tanti altri testimoni di giustizia, è una grave sconfitta dello Stato. Una disfatta. Dopo aver conosciuto la storia di Ignazio chi potrà mai azzardarsi a denunciare il Racket? Bisogna agire in fretta. Le generazioni future chiederanno conto dei silenzi e delle titubanze. Vorranno sapere perchè l’attuale classe dirigente sia stata così sciatta e reticente ed abbia permesso una simile vergogna. Vi chiedo un intervento immediato. Un atto di dignità. Un sussulto di attivismo civile. Vi chiedo di assolvere con diligenza ognuno al proprio ruolo. Agite adesso. La vicenda di Ignazio Cutrò trovi immediata risoluzione positiva. E’ necessario far cessare tale infamia e creare le basi per la distruzione definitiva delle mafie. Il 17 gennaio scadono i trenta giorni concessi da SERIT Sicilia. Ignazio Cutrò è pronto a lasciarsi morire di fame e di sete. Alla sua scelta esemplare di cittadino modello devono essere applicati, con urgenza, i principi di legalità e giustizia. In attesa di un positivo riscontro.
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