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CARTE CLONATE, ARRESTATE DUE PERSONE, UNO E’ AVVOCATO

Nella mattinata dello scorso 28 febbraio, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Agrigento hanno eseguito due ordinanze restrittive nei confronti di Elio Magrì (classe 1963) e di Fabio Caruselli (classe 1949), avvocato del Foro di Agrigento, perché resisi responsabili di una lunga serie di truffe perpetrate attraverso l’utilizzo fraudolento di carte di credito clonate.

Le indagini, dirette dal Sost. Proc. Della Repubblica nisseno dott.sa Maria Carolina De Pasquale, hanno preso le mosse da alcune denunce sporte, nel 2011, da esercenti dell’hinterland agrigentino i quali avevano ricevuto dai gestori dei circuiti delle carte di credito la comunicazione di aver eseguito transazioni che erano state riconosciute come fraudolente.

Successivamente, le rilevazioni del GPS, le video riprese degli esercizi commerciali, il raffronto dei tabulati rilasciati dai gestori dei circuiti delle carte di credito, i riconoscimenti fotografici effettuati e l’acquisizione di alcuni filmati di video-sorveglianza consentivano alle Fiamme Gialle agrigentine di individuare nei predetti Magrì e Caruselli – i quali, tra l’altro, risultavano gravati da numerosi precedenti di polizia specifici – gli autori di numerosi acquisti, per lo più concentrati nel periodo compreso tra l’ottobre 2011 ed il mese di gennaio 2012, di oggetti di valore (elettrodomestici, abbigliamento sportivo, prodotti alimentari e carburante) presso negozi al dettaglio e centri commerciali delle provincie di Agrigento e di Caltanissetta, i cui pagamenti venivano regolarmente effettuati con carte di credito “clonate”.

Entrambi i provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta – dott.sa Alessandra Giunta, e sono consistiti negli arresti domiciliari ai danni del Magrì e nell’obbligo di dimora nel comune di Agrigento a carico del professionista. L’articolata attività investigativa si inquadra in un più ampio piano di contrasto alla criminalità economico – finanziaria coordinato e diretto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento, ed è pertanto il frutto, non soltanto di una stretta collaborazione con le Autorità giudiziarie siciliane, ma anche di un rapporto “sincero” con la cittadinanza – la quale, nel caso concreto, non ha esitato a denunciare la truffa subita.

Redazione Corriere

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