Non ci sono dubbi sul delitto di sabato notte a Palma di Montechiaro: si è trattato di un barbaro atto tipicamente mafioso. L’imbianchino è stato ucciso con 15 colpi di mitraglietta. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori la personalità di Carmelo Burgio, i suoi rapporti con la gente di Palma, tenendo presente che da tempo viveva in Germania e che solo da pochi giorni si trovava nel suo paese natale. Al momento manca il movente, ma le modalità sono chiaramente mafiose. L’altro dato essenziale per le investigazioni è l’arma usata per il delitto. Negli anni di piombo, con la guerra di mafia tra Cosa nostra e Stidda che provocò decine e decine di morti, la famiglia stiddara di Palma di Montechiaro aveva grande disponibilità di mitragliette. Soprattutto le “Uzi” di fabbricazione israeliana che venivano acquistate illegalmente in Belgio. I bossoli lasciati sul selciato, non di nuovissima fabbricazione, fanno pensare all’utilizzo di vecchie armi e vecchie cartucce. Forse a sparare sarebbero state due armi: una mitraglietta e un Kalashnikov. Un’esecuzione in piena regola: Carmelo Burgio è stato ammazzato come un boss.

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