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Capannoni del Carnevale di Sciacca: un sondaggio dice che il 70 % è favorevole a realizzarli

In città un vivace dibattito su una infrastruttura al servizio del carnevale. In 40 anni tante buone intenzioni ma nulla di concreto

SCIACCA. L’amministrazione comunale ha inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche la realizzazione dei capannoni per il Carnevale, che ancora oggi vengono realizzati in magazzini angusti e spesso insicuri, finanziata tramite un mutuo da 3,5 milioni di euro. L’opera, pensata come un centro polifunzionale per la promozione dell’arte della cartapesta, è ora in attesa dell’esame del consiglio comunale. Le commissioni consiliari hanno già fornito un parere negativo, non per la realizzazione in sé dell’opera, importante per fare crescere una manifestazione che continua ad avere tanto appeal, ma per l’eventuale gestione futura.

Il progetto prevede spazi per laboratori, workshop, visite guidate e attività didattiche, con l’obiettivo di valorizzare la tradizione carnevalesca e generare introiti attraverso il turismo esperienziale. Tuttavia, l’opposizione solleva dubbi sulla sostenibilità economica e sulla priorità dell’intervento, chiedendo chiarimenti sull’impatto reale per la città. I saccensi sono divisi: da un lato chi vede nei capannoni un’opportunità culturale e turistica, dall’altro chi ritiene che le risorse andrebbero destinate a interventi più urgenti, come la manutenzione stradale o i servizi essenziali. La maggioranza della cittadinanza appare comunque favorevole alla realizzazione delle infrastrutture dove costruire le opere in cartapesta. Nei giorni scorsi anche la testata giornalistica civica “Servire Sciacca” sulle proprie pagine social ha voluto accendere l’attenzione sul tema creando un sondaggio: dopo tre giorni i favorevoli sono al 70 per cento, i contrari al 30 per cento.

La questione dei capannoni è comunque una vera e propria saga che si trascina da almeno 30 anni, tra sogni, progetti mai realizzati e promesse elettorali rimaste sulla carta. Già negli anni ’80 si parlava della necessità di dotare i carristi di spazi adeguati per la costruzione dei carri allegorici. Nel 1999 ci fu persino una missione a Viareggio da parte degli amministratori dell’epoca per studiare il modello della “Cittadella del Carnevale”, ma non se ne fece nulla. Negli anni successivi si sono susseguiti tentativi di finanziamento tramite mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, ma la politica ha sempre frenato.

Giuseppe Recca

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