Canone di depurazione inviati nel dicembre del 2017 dal Comune di Sciacca e riferiti al 2012: dichiarato illegittimo

Il Comune di Sciacca deve essere condannato al pagamento anche delle spese del giudizio d’appello e del giudizio di cassazione. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione


SCIACCA- Chiusa definitivamente la questione degli avvisi di pagamento del canone di depurazione per l’anno 2012 recapitati dal Comune di Sciacca ai cittadini di Sciacca, utenti del servizio idrico, nel dicembre del 2017. A comunicarlo, l’avvocato Stefano Scaduto. Dopo che il Giudice di Pace di Sciacca, Maria
Lauricella, con sentenza n. 30/2019 aveva accolto integralmente le richieste dell’avvocato Scaduto, per conto di 22 utenti saccensi del servizio idrico, dichiarando illegittimi, e pertanto annullando gli avvisi di pagamento per canone di depurazione relativi all’anno 2012, condannando altresì il Comune di
Sciacca al pagamento delle spese legali, con sentenza n. 173/2022 il Tribunale di Sciacca ha respinto l’appello proposto dal Comune di Sciacca, confermando quindi in secondo grado l’illegittimità dei canoni di depurazione relativi all’anno 2012, decidendo tuttavia di compensare fra le parti le spese del giudizio
d’appello. Infine, con ordinanza n. 34147 del 23 dicembre 2024, la Suprema Corte di Cassazione, su ricorso dell’avvocato Stefano Scaduto per i 22 utenti del servizio idrico assistiti, ha annullato la compensazione delle spese del giudizio d’appello e ha rinviato il processo al Tribunale di Sciacca perché condanni il Comune di Sciacca alle spese sia del giudizio d’appello che del giudizio di cassazione.
Il Comune di Sciacca ha totalmente perso la causa. L’avvocato Scaduto, molto tempo prima di occuparsi
come avvocato della vicenda, si era occupato della questione come Presidente dell’associazione Centro Studi De Gasperi e aveva presentato al Comune di Sciacca, al Sindaco e all’Assessore ai servizi a rete del tempo, due documenti di studio, il primo, presentato in data 26.01.2018, contenenti “prime osservazioni sulla illegittimità degli avvisi di pagamento relativi al Canone di depurazione anno 2012” il secondo,
presentato in data 27.02.2018 contenente “osservazioni definitive sulla illegittimità dei predetti avvisi di pagamento” che il Comune di Sciacca ritenne di non accogliere.
Oggi tre gradi di giudizio hanno dimostrato che quelle osservazioni erano esatte tanto che la Corte di Cassazione ha dato ordine al Tribunale di Sciacca di condannare il Comune di Sciacca al pagamento delle spese legali anche del secondo grado di giudizio e del giudizio in cassazione.
I Giudici hanno ritenuto innanzitutto che la tariffa della depurazione è un corrispettivo contrattuale, che è dovuto solo se l’ente che lo richiede dimostri di avere effettuato la prestazione della depurazione. Nella fattispecie le sentenze hanno riconosciuto che il Comune di Sciacca non ha dato prova di avere effettuato il servizio di depurazione nell’anno 2012 nei confronti degli utenti del servizio idrico nel territorio di Sciacca e che non è stato assolto in ogni caso l’onere del Comune di Sciacca di comunicare ai cittadini di Sciacca l’inizio del servizio di depurazione con riferimento all’anno 2012.

L’avvocato Scaduto ritiene che sia dovere di equità del Comune di Sciacca, dovere politico e morale, prendere atto della illegittimità di tali avvisi di canoni di depurazione relativi all’anno 2012 recapitati nel dicembre del 2017 ai cittadini di Sciacca e restituire le somme illegittimamente introitate.