Beni per un totale di sei milioni di euro sono stati sequestrati dal Tribunale di Agrigento a tre persone ritenute appartenenti alla famiglia mafiosa di Canicattì.
Il provvedimento di sequestro richiesto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, arriva dopo una lunga e complessa indagine patrimoniale eseguita dai militari della Guardia di Finanza di Agrigento.
Gli accertamenti hanno riguardato, Angelo Di Bella, 58 anni, Vincenzo Leone, 42 anni e Luigi Messana 54 anni, tutti di Canicattì, coinvolti nell’inchiesta sul centro commerciale “Agorà” oggi denominato “Le Vigne”, che aveva attirato gli interessi di Cosa nostra. Sottoposti a sequestro numerosi conti correnti bancari, polizze assicurative, titoli, e una cooperativa la Horus, che si occupa della produzione e commercio di frutta.
L’ azione investigativa del Nucleo di polizia tributaria di Agrigento ha portato alla luce un sistema complesso in cui i legami familiari, i rapporti affaristici di tipo imprenditoriale ed i vincoli di tipo criminale, si sovrapponevano e si incrociavano ripetutamente tra loro. Il sequestro di oggi, segue quello effettuato nel gennaio scorso il cui valore complessivo ammonta ad oltre 75 milioni di euro.
Dei tre canicattinesi spicca la figura di Angelo Di Bella, che fino a qualche anno fa era considerato a capo della famiglia mafiosa di Canicattì. Il suo numero telefonico fu trovato nell’agenda di Pippo Calò, il cassiere della mafia, al momento dell’arresto avvenuto nel 1985.
Foto concessa da www.agrigentoflash.it
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