CANICATTI’, INDIVIDUATI TRE FALSI CIECHI: TRE DENUNCIATI DAI CARABINIERI

I Carabinieri della Stazione di Canicattì, nell’ambito dell’attività istituzionale di controllo del territorio e sulla scorta della conoscenza dello stesso, hanno occasionalmente individuato alcuni soggetti che, seppure formalmente risultanti “non vedenti” dal punto di vista medico e giuridico, svolgevano incombenze quotidiane oggettivamente difficoltose per chi è portatore di tale limite fisico.

Le circostanze inducevano quindi i militari ad effettuare taluni approfondimenti presso l’I.N.P.S. e, in seconda battuta, a sviluppare una più mirata attività di osservazione diretta. Nel corso dell’indagine, protrattasi per alcuni mesi e concentratasi in particolare su tre soggetti, sono state acquisite fonti di prova documentale (registrazioni filmate), via via sottoposte all’attenzione dell’autorità giudiziaria inquirente, relative a coloro che, nonostante titolari di un grado di invalidità pari al 100%, effettuavano, come anticipato, operazioni giornaliere pressoché impossibili se espletate in assoluta autonomia (acquisiti presso centri commerciali, lettura di informazioni riportate sulla confezione dei prodotti, prelievi di denaro contante da sportelli bancomat/postamat e, in un caso, l’effettuazione di lavori in campagna per i quali è richiesta una particolare abilità, ad esempio piantare pali sul terreno).

Il materiale acquisito confluiva in una informativa per l’ipotesi di reato di truffa aggravata in danno dello Stato a carico di tre persone, due uomini e una donna, tutti di Canicattì e di età compresa tra i 55 ed i 60 anni, che da anni percepiscono la pensione di invalidità quali “ciechi assoluti”.

L’inchiesta, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Agrigento Matteo Delpini, ha portato al sequestro di conti correnti, rapporti bancari e titoli finanziari nella disponibilità degli indagati.

E’ ancora in fase di contabilizzazione l’ammontare della cifra complessivamente percepita nel tempo, che comunque si avvicina ai 150.000 euro. Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi.

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