BRUSCA: “IL PAPELLO ERA PER MANCINO. DOVEVO UCCIDERE MANNINO MA MI DISSERO DI FERMARMI”

”Il destinatario del papello era Nicola Mancino”. A ribadire che l’elenco con le richieste della mafia allo Stato fosse l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino è stato il pentito Giovanni Brusca interrogato a Rebibbia nell’ambito dell’udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia. Brusca e Mancino sono imputati, assieme a politici, boss ed ex ufficiali dell’Arma.

Il collaboratore è  accusato di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato, l’ex ministro di falsa testimonianza In aula, al processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia, Giovanni Brusca ha ricostruito la genesi della strategia stragista voluta da Riina.

Dopo la conferma in Cassazione delle condanne del primo maxiprocesso, il capo di Cosa nostra decise l’omicidio dell’eurodeputato Dc Salvo Lima anche per dare “un segnale politico” a Giulio Andreotti, accusato dai boss di non essersi interessato per il buon esito del processo in Cassazione. Riina aveva anche dato ordine di uccidere l’ex ministro del Mezzogiorno, Calogero Mannino. Poi, il vertice corleonese revocò l’ordine di morte: “Mi dissero di fermarmi”.

“Nell’aprile del ’92 -ha dichiarato Brusca- non avevamo preferenze politiche e neppure indicazioni. Volevamo solo distruggere la corrente andreottiana”. In quei mesi, Riina avrebbe commissionato a Brusca anche l’omicidio di Calogero Mannino.

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