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Bocciato al concorso dei carabinieri perché obeso, viene riammesso dal Consiglio di Stato

Tenta di arruolarsi nei carabinieri ma il giorno del concorso, a dicembre del 2019, viene escluso  dall’esame perché obeso. Per raggiungere il suo obiettivo ha dovuto rivolgersi alla giustizia e ottenere in primo grado, e adesso anche in appello, l’atteso responso che lo reintegra.

Anche i giudici del consiglio di Stato hanno infatti accolto il ricorso presentato dall’aspirante militare, un giovane di 21 anni di FIcarazzi. Una lunga battaglia la sua, durata tre anni. Il giovane non si è rassegnato all’esclusione e ha deciso di rivolgersi prima al Tar del Lazio e poi ha contrastato il ricorso dei carabinieri davanti al Consiglio di Stato per «impugnare una decisione che riteneva ingiusta».

«Tutto ruota attorno all’indice di massa corporea, dato che correlazione il peso con l’altezza: viene calcolato dividendo il peso corporeo (kg) per la statura (metri) al quadrato. Secondo quanto stabilito dal concorso il rapporto tra peso e altezza non doveva superare il valore di 30 – dice l’avvocato Rubino – Durante le visite peso e altezza erano sbagliati. Secondo quanto accertato dalla commissione il giovane pesava 113,2 chili ed è alto 193,5. Con questi dati l’indice di massa corporea era 30,2 e superava il limite previsto dal concorso. Nel corso delle verifiche mediche è stato accertato che il giovane pesa 112 chili ed è alto 196 centimetri: l’indice di massa corporea a questo punto è di 29,2 al di sotto di quanto richiesto dal bando del concorso».

E così aggiunge l’avvocato Rubino: «dopo gli accertamenti sanitari effettuati ed in particolare del test bio-impedenziometrico, la Commissione sanitaria, condividendo le nostre tesi ha ritenuto insussistenti i presupposti sui cui si era fondato il provvedimento adottato dall’Arma dei Carabinieri ed ha attribuito al giovane candidato un profilo sanitario perfettamente compatibile con l’iter concorsuale».

Tesi condivise dai giudici di primo e secondo grado. «Le valutazioni effettuate in sede di accertamento dei requisiti psico-fisici, seppure costituiscano tipica manifestazione di discrezionalità tecnica amministrativa – scrivono i giudici, che parlano di ‘travisamento dei fatti e difetto di istruttorià – non sfuggono al sindacato giurisdizionale, laddove siano in esse ravvisabili ipotesi di eccesso di potere per travisamento dei fatti e illogicità». Da qui la decisione di annullare sia il giudizio di inidoneità che la graduatoria di merito del concorso. Ora A.G. potrà dare seguito alle sue aspirazioni nella Benemerita e realizzare i suoi piani.

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