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“Blocchiamo il PUDM per salvaguardare le praterie di posidonia a San Marco”

Richiesta di sospensione dell’iter da parte dei consiglieri Blò e Brucculeri e di alcune associazioni

Una richiesta di sospensione dell’iter di approvazione del P.U.D.M. del Comune di Sciacca è stata inviata alle massime autorità cittadine e per conoscenza all’assessorato regionale territorio ed ambiente, dai consiglieri comunali Maurizio Blò e Raimondo Brucculeri, dal Centro Consumatori Italia, dall’associazione “Mare Libero”, da Assoutenti provinciale e dalla Federazione Italiana Sindacati intercategoriali (F.I.S.I.).

La richiesta si fonda su gravi carenze procedurali e sostanziali riscontrate nella documentazione del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo, in particolare nella Relazione Tecnica redatta dai progettisti e depositata agli atti.

In particolare, ecco quali i rilievi:

A. Presenza inequivocabile di habitat prioritario (Art. 6, Direttiva 92/43/CEE) La stessa Relazione Tecnica, a pagina 18, descrive con chiarezza la ZSC ITA040012 di San Marco: “L’intera area riveste notevole importanza, sia dal punto di vista paesaggistico che biologico-ambientale, a causa della presenza di vaste praterie di Posidonia oceanica, importante area di nursery per le specie ittiche e dei recif-barriere affioranti che questa crea nelle zone più superficiali…” La Posidonia oceanica è un habitat prioritario ai sensi dell’Allegato I della Direttiva Habitat 92/43/CEE (cod. 1120). La sua presenza impone l’obbligo di una “valutazione appropriata” ex art. 6, comma 3 della medesima Direttiva, che prevede: “L’autorità nazionale competente potrà autorizzare l’esecuzione del piano o del progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito.”

B. Mancanza assoluta di valutazione d’incidenza specifica. Nonostante la presenza documentata dell’habitat, la Relazione Tecnica non contiene alcuna analisi che dimostri l’assenza di incidenza negativa degli interventi previsti dal P.U.D.M. sulle praterie di Posidonia oceanica. In particolare, nell’Area Omogenea A, Zona A2 “Spiaggia San Marco”, sono previsti: 7 lotti per stabilimenti balneari (Lotti n. 3, 4, 5, 6, 7), ciascuno di 1.300 mq (totale 9.100 mq di superficie a terra) 3 lotti per corridoi di lancio/imbarcazioni (Lotti n. 48, 49, 50), ciascuno di 3.000 mq (totale 9.000 mq di specchio acqueo). Tutti questi 10 lotti sono espressamente contrassegnati come “Interessato da Siti Rete natura 2000: Si” (Tavole 38-50 della Relazione). La mera dicitura “Interessato da Siti Rete natura 2000: Si” è del tutto insufficiente per soddisfare l’obbligo di “certezza” richiesto dalla Direttiva Habitat. Manca completamente: L’analisi degli impatti cumulativi delle strutture, degli ancoraggi e del traffico nautico La valutazione del rischio di sedimentazione, ancoraggio illegale, o movimentazione dei fondali Qualsiasi misura di mitigazione o compensazione

C. Contrasto con la normativa sulle concessioni in proroga In aggiunta, il P.U.D.M. prevede un aumento esponenziale delle superfici concesse in un’area soggetta a erosione costiera (arretramento di 10-15 metri, Pag. 52) e con presenza di habitat protetto. Tale aumento previsto nel P.U.D.M. è in contrasto con la specificità della spiaggia soggetta a erosione e alla presenza di depositi di Posidonia.

I ricorrenti sottolineano che la sospensione deve avvenire fino a quando il Comune, supportato dai progettisti, non avrà prodotto una Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA) specifica e dettagliata per tutti i lotti ricadenti nella ZSC ITA040012 e dimostrare, con dati tecnici e modelli scientifici, la “certezza” che gli interventi previsti non pregiudicheranno l’integrità dell’habitat.

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