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BLITZ SAN MICHELE: SPACCIO ANCHE A DOMICILIO

Pecoraro-Frazzetta spacciavano in giro con l’auto, Catanzaro piu’ colte si è incatenato alle colonne del Municipio

Vivevano in gran parte dei proventi dell’illecita attività di spaccio gli otto saccensi coinvolti nell’indagine “San Michele”. La coppia di coniugi Pecoraro-Frazzetta emergerebbero dal gruppo come i più intraprendenti ed organizzati, forse perché più bisognosi di sostentamento con quattro figli minori da sfamare.

Secondo quanto accertato dai carabinieri, nel corso delle attività di spaccio fatte in giro per la città, quasi un servizio a domicilio, il più delle volte portavano con loro anche i figli, due dei quali in tenerissima età. Molto noto in città anche Simone Catanzaro, anch’egli senza un lavoro fisso: in due occasioni è balzato agli onori della cronaca per una plateale protesta presso il palazzo municipale, dove si è incatenato ad una colonna per chiedere un aiuto, un lavoro. Lo stesso è popolare anche per essere tra i protagonisti della festa di carnevale, con maschere più o meni appariscenti che in alcune occasioni sono state premiate dalla giuria, non tanto per la bellezza dei costumi, quanto per la necessità di dare un sostegno economico ad una persona in grave stato di disagio economico.

Alla base del provvedimento, le esigenze cautelari ravvisate nel concreto ed attuale pericolo che gli indagati potessero commettere altri delitti della stessa specie di quelli per cui i carabinieri stanno procedendo, circostanza desunta dalla accertata “stabile e professionale dedizione all’attività di spaccio di stupefacenti”. È stato in effetti accertato come gli indagati, tutti, come detto, privi di una stabile attività lavorativa, “si dedichino in modo continuativo, intenso e professionale all’attività di spaccio di droghe cosiddette leggere”. I soggetti che hanno dato il via alle indagini e che sono indicati come corrieri, sono Benedetto Bondì, 22 anni; Gisueppe Marciante, 24 anni, Cristian Licata, 22. Il primo era incensurato quando in piazza Friscia venne sorpreso con la sostanza stupefacente, mentre scendeva dall’autobus che proveniva da Palermo. Lo stesso due mesi dopo venne nuovamente fermato mentre estorceva denaro, al titolare di un negozio d’abbigliamento. I militari, durante un appostamento, lo bloccarono mentre intascava 60 euro. Il loro compenso per il “rischioso” lavoro di corrieri si aggirava intorno ai 100 euro e prestazione, e si limitavano a ritirare e consegnare lo zainetto con la droga.

Redazione Corriere

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