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BIVONA, SEQUESTRATI BENI AI FRATELLI PANEPINTO

Finanzieri in azione Nel corso della mattinata, la Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro del patrimonio accumulato dai fratelli Luigi, Marcello e Maurizio Panepinto di Bivona, il cui valore ammonta ad oltre quattro milioni di euro. Il sequestro è stato disposto ai sensi della legge antimafia dal Tribunale di Agrigento su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia tributaria di Agrigento, hanno portato alla luce beni mobili ed immobili anche in province del Nord Italia, nonché numerose imprese che operavano del settore degli appalti nella Bassa Quisquina, acquistati dai Panepinto attraverso le attività illecite poste in essere. In particolare, sono stati sequestrati fabbricati di civile abitazione e per uso industriale (a Bivona e Parma), terreni per decine di ettari (a Bivona), conti correnti (nelle province di Agrigento e di Parma) e autovetture nella disponibilità dei Panepinto; inoltre, sono stati sottoposti a sequestro gli interi compendi aziendali (fabbricati, terreni, impianti ed automezzi) relativi a sei imprese operanti nel campo della produzione del cemento, del movimento terra e del trasporto, settori rispetto ai quali viene mantenuto un elevato livello di attenzione per prevenire il rischio che le organizzazioni mafiose riescano ad infiltrarsi nel ciclo degli appalti pubblici. Nello scorso mese di gennaio il Tribunale di Sciacca ha condannato i fratelli Luigi, Maurizio e Marcello Panepinto di Bivona a pene dai dieci ai quattordici anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. Dal processo è emerso, infatti, che il sodalizio criminale dei Panepinto controllava in maniera capillare gli appalti pubblici della Bassa Quisquina imponendo estorsioni ai danni di imprenditori operanti nel settore degli inerti, dei conglomerati cementizi e del movimento terra.

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