BENVENUTI A SCIACCA, CONGRESSISTI DEL ROTARY

Benvenuti a Sciacca, signori del Rotary. La scelta della nostra città quale luogo per svolgere il vostro congresso distrettuale accende i riflettori su una realtà baciata da elementi assai peculiari ma che, purtroppo, vive un periodo molto delicato che, di fatto, rallenta, se non ostacola, il volano dell’economia. Un volano che unisce diversi settori pregiati: terme, artigianato, ceramica, corallo, mare, monumenti, storia, arte, figli illustri, pesca, agricoltura. Una terra apparentemente baciata dalla fortuna.

La realtà, invece, è diversa. Diversa per svariati motivi. Diversa per uno strano modo di guardare la città da parte di chi ci vive, mentre dovrebbe riservare occhi ben più favorevoli, sentimenti rivolti all’apprezzamento, voglia di fare, voglia di intraprendere. Con ciò, senza eludere la giusta critica rivolta a offrire soluzioni di miglioria, idee costruttive. Diversa perché da tempo è divenuta periferia, si è allontanata sempre più dal potere decisionale della politica palermitana. E’ meglio dire è stata allontanata, per amore della verità.

La chiusura delle attività termali è l’esempio emblematico di una classe dirigente e politica inadeguata a proiettare la nostra città, il nostro territorio, la nostra Sicilia, verso importanti orizzonti di sviluppo.

La vostra apprezzata iniziativa, non solo di scegliere Sciacca ma di dare vita, anche se per pochi giorni, ad una delle più eclatanti opere incompiute -il teatro popolare – è di esempio. L’esempio che quando c’è la voglia di fare, gli ostacoli vengono superati. E’ l’esempio del fare con le proprie mani, confidare sulle proprie idee, sul proprio lavoro, sulla propria fatica. E’ l’esatto opposto di quella cultura attendista. Di quella cultura, tipicamente meridionale, di attendere la mano pubblica.

Il Rotary ha saputo espletare lo spirito del service in modo concreto, dando fiato e anima ad un corpo morto da decenni. Cosa succederà dopo? Non intendiamo, proprio con questa occasione, vedere il bicchiere mezzo vuoto. Intendiamo vederlo mezzo pieno, con l’auspicio che la nostra Sciacca possa essere invasa da idee nuove, propositive, e vivere il gusto del fare, dell’intraprendere, senza attendere la mano pubblica che è sempre più inadeguata a dare risposte alle esigenze di un territorio ricco di elementi pregiati.

A voi tutti, buon lavoro e buon soggiorno nella nostra “Città degnissima”.

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