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Banca del cordone ombelicale di Sciacca: cessione delle unità cordonali verso gli USA

SCIACCA.  Nuovo riconoscimento per la Banca del Sangue Cordonale del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”. La struttura saccense, diretta dal dottor Pasquale Gallerano, ha ottenuto la certificazione del “National Marrow Donor Program” che permette alla “Sicilia Cord Blood Bank” di affiliarsi al programma nazionale americano e poter quindi cedere unità cordonali per trapianto nel territorio degli Stati Uniti d’America.

La banca così come tutte banche cordonali in Italia, custodisce le staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine. Si tratta di un formidabile strumento che, non a caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” in quanto si presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo di pazienti affetti da molte patologie ematologiche come le leucemie e i linfomi o malattie genetiche come l’anemia mediterranea o talassemia.

La Banca cordonale di Sciacca oltre a raccogliere e custodire le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, conserva anche le unità per uso dedicato, cioè quelle da destinare ad un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, oppure da utilizzare nel caso in cui, nell’ambito della stessa famiglia, vi sia un elevato rischio di malattie genetiche che potrebbero riguardare futuri figli.

La struttura di Sciacca è dotata di un’area di stoccaggio con sei locali criobiologici per più di 500 metri quadrati di spazi freddi. Le sale ospitano contenitori criogenici di ultima generazione configurabili sia al funzionamento con azoto liquido sia con i vapori di azoto. Queste aree dispongono di sistemi di sicurezza funzionali al mantenimento dell’integrità a lungo termine delle cellule staminali.


Nota di redazione. Rincresce amaramente che l’Asp di Agrigento dimentichi, forse volutamente, il nome dello scienziato dottore Lillo Ciaccio, figlio illustre della nostra Città, fondatore della Banca del cordone ombelicale. A lui, seppure in ritardo, è stata intestata una targa memoria all’interno dell’Unità. Lillo Ciaccio è rimasto nel cuore dei saccensi, ma non in quello dell’Asp di Agrigento che centro ogni volta che si parla della Banca del cordone ombelicale di citare il suo fondatore. Forse l’Asp ha anche dimenticato gli studi del dottore Lillo Ciaccio e della biologa Michela Gesù sugli effetti sul Dna della popolazione di Messina del disastroso terremoto. Uno studio riconosciuto dal mondo scientifico.

Filippo Cardinale

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