La corte d’appello di Palermo che ha assolto l’ex deputato di Fi Giovanni Mercadante dall’accusa di mafia ribaltando il verdetto di condanna a 10 anni e 8 mesi inflittogli in primo grado, ha disposto l’immediata revoca degli arresti domiciliari che erano stati concessi all’ex politico per motivi di salute. Arrestato nel 2006 Mercadante non era mai tornato in libertà scontando dunque quasi sei anni di custodia cautelare. L’imputato è stato assolto con il secondo comma dell’art.530 perché il fatto non sussiste. Era difeso dagli avvocati Leo Mercurio, Grazia Volo, Nino Caleca e Francesca Li Vecchi. Il processo nasce da una tranche dell’inchiesta denominata ‘Gotha’ che porto’ in cella ‘colonnelli’ e gregari del boss Bernardo Provenzano.
La Corte, dopo una camera di consiglio di oltre 9 ore, ha confermato invece la condanna del boss Antonino Cinà a 16 anni. Ridotta a 7 anni la condanna a 9 anni e 4 mesi decisa per lo storico capomafia di Torretta, Lorenzino Di Maggio, ritenuto vicino ai boss palermitani Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Cinà era imputato di associazione mafiosa ed estorsione, Di Maggio solo di estorsione. Confermata la pena di 6 anni per il capomafia Bernardo Provenzano, accusato in questo processo di tentata estorsione, e quella di sei mesi inflitta a Paolo Buscemi, commerciante imputato di favoreggiamento.
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