La commissione attività produttive dell’Ars ha approvato il disegno di legge di riforma predisposto dal governo. Un intervento legislativo che arriva dopo 18 anni dalla precedente normativa in materia. Nelle intenzioni del governo Musumeci c’è la valorizzazione del pescaturismo, dell’ittiturismo e la vendita diretta.
Il disegno legge che adesso approderà in Aula punta anche allo sviluppo di infrastrutture come mercati, porti e luoghi di sbarco, preservando i borghi marinari e sostenendo la cooperazione internazionale e mediterranea. C’è anche spazio alla sostenibilità ambientale, agli strumenti da usare; alle taglie minime al di sotto delle quali i pesci devono essere rigettati in mare. E ancora i periodi nei quali l’attività di pesca è consentita. Prevista, inoltre, l’istituzione del “Registro identitario della pesca mediterranea e dei borghi marinari”.
Naturalmente ogni norma fa riferimento alle regole Ue in materia di pesca, oggetto negli ultimi 20 anni di aspre critiche da parte degli operatori siciliani della pesca.
«Attraverso questo disegno di legge – afferma l’assessore per la Pesca mediterranea, Edy Bandiera – la Regione si riappropria della propria potestà in materia di pesca. Con la regionalizzazione di norme sostanziali andiamo ad agganciare i Fondi europei che utilizziamo al territorio, che diversamente rischierebbero di essere sterili e vani e di non lasciare traccia nel medio e lungo periodo».
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