L’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Agrigento su un presunto sistema di appalti truccati, che coinvolge imprese, funzionari pubblici e rappresentanti politici, apre uno scenario inquietante. “Se dovesse essere confermato il quadro accusatorio – afferma il Cartello sociale rappresentato da Don Mario Sorce, Alfonso Buscemi, Paolo Ottaviano e Gero Acquisto – ci troveremmo di fronte a un impianto corruttivo che umilia e impoverisce ulteriormente un territorio già segnato da ritardi nello sviluppo economico e culturale. Un’ulteriore conferma di come la povertà culturale alimenti pratiche illegali e logiche clientelari. Occorre che la magistratura possa svolgere pienamente il proprio ruolo, a tutela delle imprese sane, che operano nel rispetto delle regole, e nell’interesse generale dei cittadini. Alla politica, invece – continua il Cartello – spetta la responsabilità di prevenire con strumenti concreti e trasparenza ogni deviazione da percorsi leciti, evitando comportamenti che alterano la concorrenza, compromettono la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e danneggiano gravemente l’immagine del territorio. La cultura della legalità non è solo una battaglia giudiziaria, ma una sfida civile, sociale e politica che riguarda tutti. È tempo che le istituzioni diano un segnale chiaro e netto: senza legalità, non ci può essere sviluppo”.
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