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AMERICANI A SCIACCA PER RIPORTARE A CASA SEI MILITARI DISPERSI

Si tratta dei soldati che erano a bordo di aerei abbattuti nel corso della Seconda guerra mondiale

Un team di ricercatori americani si trova a Sciacca per rintracciarne sei soldati dell’aeronautica statunitense che risultano dispersi a Sciacca dal secondo conflitto mondiale. Erano a bordo di due aerei, un A20 e un B25, in prossimità dell’area del cosiddetto aeroporto fantasma sito in contrada Scunchipani.

Sono stati abbattuti rispettivamente il 3 e il 10 luglio del 1943, nei giorni dell’operazione Husky che sfociò nello sbarco delle Forze Alleate in Sicilia. Il gruppo di ricercatori, del Dipartimento della Difesa Statunitense, ha incontrato a Palazzo di Città il sindaco Fabrizio Di Paola per un supporto, mettendosi anche in contatto con altre istituzioni.

All’incontro hanno preso parte l’assessore Salvatore Monte e il comandante della Polizia Municipale Francesco Calia. Del team americano, in questa fase, fanno parte il ricercatore Joshua Franck, la storica Kimberlu Maeyama e l’archeologa Sarah Barksdale, accompagnati dall’interprete Daniele Flick.

Nel 2007 – hanno ricordato – era venuta a Sciacca un’altra delegazione. Ora, con tecniche e strumenti più avanzati, come quello del Dna, proveranno a portare a termine la missione in un’area segnata in una mappa risalente al 1947-1948, quando vennero visti pezzi di aereo e recuperato un pilota. Gli esperti dell’Ufficio del Segretario della Difesa Americano lavorano in diverse aree del mondo dove – hanno detto – sono circa 83 mila i soldati americani dispersi che si stanno cercando, militari che hanno partecipato a tutti i conflitti, a partire dalla seconda guerra mondiale. Solo nel secondo conflitto – secondo i dati – sono circa 73 mila i dispersi, 1.400 in Italia.

Il team è da qualche settimana in Sicilia per approfondire le ricerche a Sciacca, ma anche a Caltagirone e a Piazza Armerina. Sono complessivamente 12 i militari americani ricercati nell’isola. Lo scorso anno il team ha recuperato in Italia, a Grado, i resti umani di piloti statunitensi morti durante la seconda guerra mondiale.

Redazione Corriere

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