ALLARME NELL’INDUSTRIA DEL GIOCO IN ITALIA: PRELIEVO FISCALE AI MASSIMI LIVELLI, SI RISCHIA IL COLLASSO

In Italia, per quel che riguarda il gioco, gli aggiornamenti non mancano mai. Con le ultime manovre del governo gialloverde infatti si è arrivati all’aumento del prelievo fiscale sul settore ed in particolar modo sugli apparecchi elettronici comprendenti una vincita in denaro. Il prelievo fiscale sul settore dei giochi in Italia è cresciuto notevolmente, arrivando al massimo. E il sistema, già di per sé tartassato, è prossimo al crollo, che potrebbe inevitabilmente subire, secondo le stime del Sindacato Totoricevitori Sportivi.

Questa è stata anche la denuncia di Acadi e di Sistema Gioco Italia nelle audizioni che si sono tenute alle Commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera, seguiti poi nella polemica da Federazione Italiana Tabaccai e dal sopracitato Sindacato. Le misure inserite nel cosiddetto “Decretone”, ovvero la legge che comprende in binomio Reddito di cittadinanza e Quota 100, sono andate ancor di più a gravare sull’industria del gioco pubblico nostrano. E il sistema non può più sopportare una asfissiante pressione fiscale che rischia seriamente di causare danni immani all’economia reale, dal momento che il settore ha cominciato i tagli e le riduzioni degli investimenti in una branchia dell’economia che storicamente in Italia ha sempre portato oggettivi vantaggi. Uno scenario apocalittico accolto dall’indifferenza generale delle istituzioni che, in larga parte, si sono limitate e si limitano a mere stime che tali restano e nel mentre lo Stato continua a far leva sul comparto economico dell’industria, ritenuto ancora prolifico e pieno di risorse. Chissà ancora per quanto.

Fatto sta che si continuano a chiedere maggiori tassazioni e più pressione fiscale, all’insegna di un populismo di facciata, tanto grande quanto sterile, che sta piegando in due l’economia italiana sotto tutti i settori. L’economia del Paese sta letteralmente crollando.

Ricordiamo qualche numero, per il comparto gioco in Italia, capace di produrre un gettito erariale superiore ai dieci miliardi di euro l’anno, ovverosia il 2,2% del gettito erariale complessivo incassato dallo Stato nel 2018. Numeri così che rendono impietosa la tassazione violenta che condannerebbe ancor di più industria e giocatori, alla mercé, così, dell’illegale, oggi capace di incassare venti miliardi che potrebbero presto crescere.

Il proibizionismo ha fallito e sta continuando a fallire, ancor di più dopo l’approvazione del Decreto Dignità la scorsa estate. Lo Stato garantisce un lavoro, salvo poi accanirsi contro i suoi dipendenti. E ne diventa il peggior nemico, pur continuando a sfruttare le casse dell’industria. A gennaio 2019, infatti, le entrate totali sui giochi sono risultate pari 1.389 milioni di euro, un +111 milioni di euro, cioè un +8.7% rispetto al 2018. Se si vogliono considerare le imposte indirette, il gettito dell’attività di gioco è pari al +9.5%.