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AICA, perchè il Comune di Sciacca non ha attivato l’organo interno di controllo?

La questione AICA è come un vortice che si trascina tutto. E trascina anche chi doveva esercitare il controllo attraverso l’istituto del “controllo analogo”. Perchè il Comune di Sciacca non l’ha attivato?

SCIACCA – Il Consiglio comunale ha istituito una commissione di inchiesta su AICA, l’Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini, per far luce su criticità gestionali, disservizi e anomalie che da tempo suscitano preoccupazione tra i cittadini. La neonata Commissione avrà la missione di accertare responsabilità e verificare la correttezza delle procedure seguite nella gestione del servizio idrico da parte di AICA. La questione, intanto e per via prioritaria, deve accendere i riflettori su un aspetto che non può essere ignorato. Il Comune di Sciacca, in qualità di socio dell’azienda consortile, aveva l’obbligo di esercitare un controllo diretto e continuativo sulla gestione di AICA. Come? Attraverso uno strumento che lo Statuto della società consortile prevede: i Comuni partecipanti devono istituire un apposito ufficio per il cosiddetto “controllo analogo”. Questo tipo di controllo è previsto dalla normativa sui servizi pubblici locali ed è indispensabile per garantire che l’attività della società risponda effettivamente agli interessi delle amministrazioni che la compongono. Si tratta di un controllo che deve essere “analogo” a quello che gli enti eserciterebbero sui propri servizi interni, capace quindi di indirizzare, monitorare e verificare in modo costante l’operato della società. Ancora oggi non risulta ancora attivato dal Comune di Sciacca, nonostante i disagi legati al servizio idrico siano ormai cronici e ben noti. La mancata istituzione di questo presidio interno ha di fatto lasciato sguarnito il fronte del controllo pubblico, rendendo più difficile prevenire o correggere eventuali inefficienze nella gestione. La nascita della Commissione di inchiesta arriva dunque in un momento in cui la stessa Amministrazione comunale deve fare i conti con una mancanza che avrebbe dovuto essere colmata da tempo. E se è vero che accertare le responsabilità di AICA è un dovere verso i cittadini, lo è altrettanto ammettere che il primo livello di sorveglianza – quello interno e previsto dallo statuto – è rimasto sulla carta. Anche su questo la Commissione appena istituita deve fare chiarezza e accertarne le responsabilità C’è da auspicare che i lavori della Commissione, non si limitino a un’analisi retrospettiva, ma che sappia indicare anche soluzioni concrete. Tra queste, la più urgente è proprio l’attivazione di quel “controllo analogo” che, finora, il Comune ha colpevolmente trascurato.

Filippo Cardinale

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