Agrumi in lutto: a Ribera si celebra il funerale dell’agrumicoltura

Una provocazione simbolica per denunciare l’abbandono delle istituzioni e la crisi profonda che ha colpito il cuore produttivo della Sicilia

RIBERA. Con un annuncio funebre che ha il sapore della provocazione, gli agricoltori del comprensorio di Ribera hanno proclamato la “morte” dell’agrumicoltura locale, dopo oltre un secolo di storia, lavoro e tradizione. Il messaggio, diffuso attraverso una locandina sui social, prevede un vero e proprio funerale: una cerimonia simbolica per denunciare l’indifferenza delle istituzioni regionali di fronte a una crisi economica devastante che ha colpito le arance DOP, fiore all’occhiello del territorio.

«Ne danno il triste annuncio gli agricoltori riberesi, testimoni impotenti di un declino annunciato», si legge nel comunicato. I funerali si terranno nei prossimi giorni, con tanto di indicazione della parrocchia e dell’orario. La “salma”, metafora dell’agrumicoltura ormai agonizzante, sarà accompagnata al cimitero comunale, dove si celebrerà l’ultimo saluto a quello che un tempo era simbolo di vita, lavoro, orgoglio e identità.

L’idea è nata dalla voce coraggiosa di don Antonio Nuara, rettore della chiesa di San Pellegrino, che ha lanciato la proposta di un corteo funebre per trasformare la crisi agrumicola in un caso nazionale. Il progetto prevede una bara ricoperta di foglie secche d’arancio, manifesti listati a lutto, banda musicale e forse anche corone di fiori, lungo il percorso dalla chiesa madre al cimitero. La provocazione ha trovato ampio consenso nel mondo agricolo, che ora ipotizza una manifestazione regionale per dare forza al grido di dolore di un’intera comunità.