AGRIGENTO- Il giudice per l’udienza preliminare, Giuseppa Zampino, ha inflitto condanne a Calogero Zarbo, 14 anni e 4 mesi di reclusione, e a Domenico Avanzato, a 13 anni e 3 mesi. Il processo si è svolto con il rito abbreviato che prevede la riduzione della pena di un terzo. Le condanne sono risultate maggiori rispetto alle richieste del pm Gaspare Bentivegna, che aveva chiesto 13 anni e 4 mesi per Zarbo, e 12 anni e 8 mesi per Avanzato. Il gup ha riconosciuto le accuse della Procura, in particolare la contestazione del reato di omicidio per errore, oltre al tentato omicidio. A carico del solo Zarbo, inoltre, è stato considerato anche il reato di detenzione illegale di arma da fuoco. Il giudice ha disposto inoltre un risarcimento nei confronti della parte civile. Secondo le ricostruzioni, quattro soggetti originari di Palma di Montechiaro si sarebbero recati nella concessionaria di Lillo Zambuto, per compiere una spedizione punitiva. Alla base del gesto ci sarebbe stato il pagamento di un’autovettura con un assegno risultato scoperto. La Procura ha sostenuto che a impugnare l’arma fu proprio la vittima, Roberto Di Falco. Secondo la versione fornita dallo stesso Zambuto, nel tentativo di difendersi, avrebbe messo in pratica una manovra appresa durante il servizio militare, riuscendo a deviare la traiettoria della pistola, che avrebbe poi sparato un colpo fatale proprio contro chi la stava impugnando. Un terzo imputato, Angelo Di Falco, fratello della vittima, ha scelto la strada del rito ordinario. Il processo a suo carico è iniziato da pochi giorni dinanzi alla Corte d’Assise di Agrigento.
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