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ADDIO VECCHIO E GLORIOSO OSPEDALE “FRATELLI PARLAPIANO”

Entro il 2016 diventerà struttura “di comunità”, l’assistenza sarà a cura dei medici di famiglia

Il destino del vecchio e glorioso ospedale riberese Fratelli Parlapiano è segnato ed è giunto alla dura realtà. Una realtà tante volte paventate, preannunciata, spesso sottovalutata. Quante parole finite sparse nell’aria e fatte volare sospinte dal vento. Manifestazioni, scioperi, promesse. Tutto secondo copione; un copione che, in politica, quasi sempre finisce con un atto finale già visto: fine ingloriosa.

L’ospedale di Ribera, aggangiato a quello di Sciacca sotto il pomposo nome di “ospedali riuniti”, è segnato dalla nuova rete ospedaliera. Entro il 2016, niente più posti letto in quello di Ribera, Giarre, Mazzarino, Barcellona Pozzo di Gotto, Leonforte, Noto, Scicli, Salemi. Il Piano calato dal Ministero della Salute prevede loro trasformazione in presidi “di comunità”. Sono destinati all’assistenza dei malati cronici.

L’azzeramento dei reparti e dei posti letto per le emergenze in questi otto presidi rappresenta una novità-sorpresa della seconda bozza del Piano riformulato dall’assessorato regionale alla Sanità in conseguenza delle nuove direttive varate ad agosto dal ministero alla Salute. Proprio oggi, in Commissione Sanità all’Ars, sarà discusso il parere obbligatorio. Come è ovvio, già ci sono levate di scudi di alcuni parlamentari per difendere i presidi dei loro territori. A fare da apri psita l’onorevole Santi Formica (Lista Musumeci) che chiede di bloccare la chiusura dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto. Ospedale nel quale saranno cancellati sette reparti. I membri della Commissione Sanità all’Ars, nel nostro territorio vi è il deputato Totò Cascio, alzeranno la voce per proporre una deroga per gli ospedali che salteranno.

C’è anche Ribera, con i suoi reparti di chirurgia generale, cardiologia, medicina generale e dermatologia. L’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, su La Repubblica di oggi, afferma che “c’erano 27 ospedali in queste condizioni e siamo riusciti a salvarne 19 adottando il modello degli “ospedali riuniti”. Dunque, l’unica soluzione è quella dell’ospedale di “comunità” che prevede posti letto a mò di ponte tra ospedale e territorio.

Questa è una formula che entro il 2016 prevede che nelle otto strutture sopra citate non esisteranno più il pronto soccorso, le chirurgie generali, le medicine, le ortopedie, la cardiologie e tutte le specialità ospedaliere. Rimarranno alcuni posti letto “territoriali” e l’assistenza sarà assicurata dai medici di famiglia. Si faranno ricoveri brevi (max 20 giorni) per pazienti che hanno bisogno di un’assistenza infermieristica continua. L’assessore Lucia Borsellino aspetta direttive dal Ministero.

Risuonano le parole del deputato riberese Peppe Ruvolo: “Nessuno chiuderàl’ospedale di Ribera, devono passare prima sul mio corpo”. Il vecchio e glorioso ospedale di Ribera, Fratelli Parlapiano, ha segnato la sua fine, e sul corpo del parlamentare nessuno è passato.

Nella struttura riberese c’è la fondazione Maugeri per la riabilitazione. Ma Maugeri e il Fratelli Parlapiano sono due cose assai diverse. Il secondo rimane solo nella storia di un paese agricolo; una storia nella quale il Fratelli Parlapiano, donato dalla facoltosa famiglia riberese, ha scritto meravigliose pagine.

Redazione Corriere

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