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A RISCHIO GLI STIPENDI DI SETTEMBRE. COMUNE SENZA LIQUIDITA’, PROBABILE SFORAMENTO DEL PATTO SI STABILITA’

Impossibile accedere alle anticipazioni, il “fido” è saturo. Si spera nei 700 mila euro della Regione per il 20 settembre

Per il momento il Comune è come un’autovettura senza benzina. E’ fermo per mancanza di liquidità. Ha esuarito la capacità di accedere alle anticipazioni perché il “fido” di tesoreria, o bancario a dir si voglia, di 7 milioni di euro è saturo.

La speranza ha una data: 20 settembre quando sul conto corrente del Comune dovrebbero arrivare circa 700 mila euro di trasferimenti da parte della Regione.

Si punta anche di racimolare qualcosa il 18 settembre con la seconda rata dell’Imu. Ma sarebbe roba da poco, no sono in molti ad aver scelto la rateizzazione in tre soluzioni. Il gettito più consistente si attende per fine anno, sempre che la gente abbia i soldi per pagare le tasse. La Tarsu ha prodotto la sua sentenza: nelle casse è entrato solo il 51% del prevsito.

Oggi il Comune soffre una grave crisi di liquidità che se perdura mette a repentaglio anche il pagamento degli stipendi del personale. Può disporre di circa 140 euro. C’è una corsa frenetica negli uffici del direttore di ragioneria, nell’assessorato al Bilancio. Lo stesso sindaco appare preoccupato della situazione attuale, e certamente non guarda con serenità a fine anno.

Ci sono tre mesi utili per racimolare anticipi di finanziamenti per opere pubbliche. Altrimenti il rischio di una replica di sforamento del patto di stabilità, edizione 2012, è concreto. Per evitare un nuovo sforamento è necessario che al Comune arrivino somme da acconti su finanziamenti delle opere pubbliche. Di grossi lavori c’è la casa per gli anziani, lo svincolo di Torre Makauda, altri ancora. Ma se in questi tre mesi non arriverà un flusso di denaro proveniente da tali fonti, non rimane altro che issare bandiera bianca per una resa che sarà un altro durissimo colpo.

Alcune entrate hanno dato un segnale di sofferenza da parte dei contribuenti saccensi. La Tarsu è stata pagata al 51%, con un introito di 1.9 milioni di euro rispetto alle previsioni di 3.7; e ancora bisogna comprendere, e questo sarà possibile a fine anno, cosa succederà con il saldo Imu. Ma il buongiorno si vede dal mattino.

E quella della Tarsu non fa presagire nulla di buono. Le famiglie sono aggredite da una crisi straordinaria e i portafogli sono vuoti. Moltissimi contribuenti non ce la fanno a pagare tasse, imposte e bollette varie. Il denaro disponibile è dirottato per l’essenziale: fare la spesa.

E altre “botte da orbi” lo Stato le indirizza al Comune. Ha decurtato ulteriori 600 mila euro dai trasferimenti perché ha ritenuto sottostimato il gettito derivante dall’Imu.

La situazionbe è difficile. Lo è per tutti i Comuni d’Italia.

Redazione Corriere

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